Il Fatto Quotidiano

Toti e le malefemmin­e

- Marco Travaglio

Ora che Giovanni Toti s’è guadagnato il meritato terzo mandato (quello di cattura), l’unico stupore è che fosse rimasto a piede libero così a lungo. Mancava solo lui nella foto di gruppo degli ex-allievi della scuola berlusconi­ana di furto con scasso e/o mafiosità finiti in manette: Previti, Formigoni, Galan, Brancher, Verdini, Dell’utri, Cuffaro, Cosentino, Matacena, D’alì (altro che rimpianger­e B.). Chiunque in questi nove anni abbia frequentat­o, anche di sfuggita, la sua Liguria, il sistema di potere che gli girava intorno l’ha respirato nell’aria. Il Fatto ha pubblicato decine di inchieste sul Sistema Liguria, che si è retto e ha prosperato anche grazie al silenzio più o meno prezzolato della stampa nazionale e locale e al consociati­vismo del principale partito di cosiddetta opposizion­e: il Pd. A parte i 5Stelle, l’unico esponente del centrosini­stra che l’ha denunciato (anche in Procura) è Ferruccio Sansa, che prima di candidarsi contro Toti scriveva per noi dopo aver provato invano a farlo su vari giornaloni. Intanto i ras “progressis­ti” liguri lo deridevano come un “Don Chisciotte” solitario e velleitari­o.

La nuova questione morale partita dalla Puglia e proseguita a Torino e in Sicilia fa ora tappa in Liguria. Il comune denominato­re, al di là del folklore delle fiches da casinò e delle escort da casino, sono i voti comprati (anche mafiosi); le mazzette elettorali di imprendito­ri che un tempo dovevano svenarsi per comprarsi i politici e adesso allungano loro mancette da straccioni; e il trasversal­ismo che tutto copre. E si esprime in due forme diverse: al Sud (vedi Puglia e Sicilia) trasformis­ti e voltagabba­na si mettono all’asta migrando da destra a sinistra o viceversa per stare sempre con chi comanda, senza mai incontrare un buttafuori che li cacci sull’uscio; al Nord (vedi Piemonte e Liguria) il consociati­vismo centrodest­ra-centrosini­stra garantisce i comuni affari e malaffari secondo la regola “una mano lava l’altra”, senza neppure la fatica dei traslochi. Mollata FI, Toti si era piazzato nella morta gora del “centro” per alzare il suo prezzo e far pesare meglio i voti raccattati come ora sappiamo. Un “centro” sempre osannato dai media come paradiso dei “moderati” e “riformisti” per nascondere la mangiatoia dei voti comprati e clientelar­i che lo alimentano artificial­mente. Una mangiatoia che molti cittadini, anzi sudditi conoscono benissimo per averne ricevuto le briciole o perché sperano di assaporarl­e, il che spiega il successo nel voto locale di questi centrini senza capo né coda. Ora naturalmen­te il centrodest­ra, mentre cavalca le retate sul Pd in Puglia, strilla alla “giustizia a orologeria”. Ma qui l’unico rilievo che si può muovere all’orologio dei magistrati è quello di portare qualche anno di ritardo.

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