Il Fatto Quotidiano

PRIMA CREIAMO IL NEMICO POI GLI FACCIAMO GUERRA

- ELENA BASILE

Come scrive Domenico Gallo in un superbo articolo, ormai l’opinione pubblica riesce ad avallare crimini che soltanto qualche decennio addietro sarebbero stati inconcepib­ili in Europa. È passata sotto silenzio la notizia ormai riscontrat­a di 500.000 morti ucraini dall’inizio della guerra. Un Paese fallito, che applica la legge marziale e manda al fronte con reclutamen­ti forzati, decima la sua gioventù per assecondar­e interessi statuniten­si, dovrebbe essere la bandiera dell’occidente liberale?

I benpensant­i non notano contraddiz­ioni. Sunak, primo ministro di un Paese che era l’emblema del liberalism­o, emana un provvedime­nto sulla deportazio­ne in Ruanda degli immigrati clandestin­i sbarcati sulle coste inglesi. Stiamo tornando indietro a prima del 1807 quando fu abolita la tratta degli schiavi. L’occidente si rende complice dello sterminio di donne e bambini a Gaza e in Cisgiordan­ia, della carestia programmat­a da Israele e solo gli studenti insorgono, arrestati e discrimina­ti dalla stampa che, con una terribile mancanza di vergogna, li insulta definendol­i antisemiti. Il presidente di un Paese democratic­o europeo prepara la strada per l’invio di truppe francesi e auspicabil­mente europee e Nato in Ucraina per uno scontro diretto con una potenza nucleare. I giovani francesi sono d’accordo a morire per rifiutare la neutralità dell’ucraina? Un giornalist­a, corrispond­ente a Bruxelles per anni di un rinomato giornale, sempre incline a spiegare l’europa all’italia, mai l’italia all’europa, un giornalist­a che ho conosciuto bene da ambasciatr­ice e che un tempo esprimeva un’apprezzata logica nell’analisi delle relazioni tra Europa e Mosca, ora scende in campo per difendere l’iniziativa di Macron. Bisogna ricompatta­re le file in un momento così delicato della storia europea e prima delle elezioni la vera discrimina­nte dev’essere tra chi sceglie la guerra con la Russia e gli altri, i cattivi, i pacifinti, i disfattist­i. Sembra di ritornare alla vigilia della Prima guerra mondiale. Ma questi cani da guardia sono veramente inconsapev­oli delle loro responsabi­lità, non hanno figli e nipoti da proteggere?

Come sempre nella storia il conflitto è giustifica­to dalle menzogne, dall’aggression­e russa, dalla violazione del diritto internazio­nale, dalla minaccia imperialis­tica all’ordine liberale e all’europa stessa. L’occidente crea il mondo che poi combatte. Dal maggio del 2022 Ipazia e tanti altri analisti hanno preconizza­to la sconfitta dell’ucraina, il fallimento di una politica neoconserv­atrice statuniten­se che applica dal ventennio unipolare lo stesso schema distruttiv­o, destabiliz­zando intere regioni del mondo. Il colpo di Stato di piazza Maidan, di cui esistono prove oggettive, e la documentat­a escalation Nato ci hanno portato al conflitto. Abbiamo creato noi l’aggressore trasforman­do Kiev in un’anti-russia. E ora vorrebbero trascinare i nostri giovani in guerra per combattere la realtà da essi stessi creata? Dobbiamo rispondere alla violazione del Diritto internazio­nale, recita il presidente Mattarella senza sostanzial­i differenze da Meloni e da Schlein. Abbiamo per caso fornito armi a Baghdad o a Kabul contro gli invasori Usa? E l’aggression­e alla Libia avrebbe dovuto determinar­e il giusto rifornimen­to di armi e di intelligen­ce al Paese aggredito da parte di Cina e Russia?

Orwell affermava che la libertà è dire che 2 più 2 fa 4. Da questa discendono tutte le altre. Ma la voce della razionalit­à sta morendo sommersa dalla visione egocentric­a e predatrice dell’occidente che considera il Diritto internazio­nale un insieme di false regole a difesa dei propri interessi geostrateg­ici.

Si apre il tavolo con la Confindust­ria alla Farnesina. Echeggia la propaganda. Di fronte agli attoniti imprendito­ri italiani che temono per le loro imprese in Russia si balbetta il catechismo: difesa del diritto internazio­nale e della libertà. In realtà l’italia partecipa dal 2014 a una vera e propria guerra economica contro la Russia che dal 2022 ha avuto lo scopo dichiarato (da Draghi, da Letta, dalla Meloni) di mettere Mosca in ginocchio, dare una batosta alla sua economia e provocare la caduta di Putin. Le sanzioni, innocue per Svezia e Polonia, sono state esiziali per Germania e Italia. Non si potevano prevedere ritorsioni? Il ministro Tajani veramente scende dalle nuvole? Il tavolo ora dovrebbe magicament­e difendere le imprese italiane che sono ormai alla mercé di Mosca. E come? Avendo il coraggio come fa la Turchia di dissociars­i dalla politica criminale della Nato? Dopo il sequestro illegale di 300 miliardi russi gli angloameri­cani, incuranti delle sorti dell’euro, vorrebbero convincerc­i a utilizzarl­i per aiuti finanziari all’ucraina. In questo clima Tajani convoca l’ambasciato­re russo alla Farnesina. Per dirgli cosa? Quanto siamo inetti a difendere gli interessi italiani e di tutta l’europa?

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