Il Fatto Quotidiano

Salvini punta ai voti pacifisti: Meloni furiosa

Il leghista attacca Macron e pure la Nato: “Dialogare con Mosca” La premier è isolata

- » Giacomo Salvini

Matteo Salvini negli ultimi giorni ha dato un ordine preciso ai suoi dirigenti di partito e candidati al Parlamento europeo: puntare sul messaggio “pacifista” e contrario all’escalation militare in Ucraina. Il leghista sa che questa posizione è altamente popolare e quindi proverà a sfruttarla per recuperare qualche consenso. Non è un caso che nelle ultime ore, durante ogni intervento pubblico o dichiarazi­one, Salvini prenda più volte le distanze da Emmanuel Macron e dalla sua proposta di inviare soldati in Ucraina: prima definisce il presidente f r a n c e s e u n “g u e r r a f o ndaio”, poi dice che “va fermato” perché è “pericoloso” e mai nel nome della Lega “manderemo nostri soldati a morire in Ucraina”. Pochi minuti dopo gli fa sponda il vicesegret­ario del Carroccio, Andrea Crippa, secondo cui “dall’ue e dalla Nato serve un segnale: bisogna dialogare con la Russia” altrimenti “non usciremo mai da questa guerra che ha fatto danni all’economia italiana”.

UNA POSIZIONE

politica che coinvolge tutti i candidati della Lega alle elezioni europee: il generale Roberto Vannacci è su posizioni pacifiste, mentre un candidato di peso come Claudio Borghi ha scritto su Twitter che un voto per lui è un voto “contro l’invio di armi all’ucraina”. Nelle ultime ore, invece, sono comparse delle card sui social targate Lega in cui vengono riprese le dichiarazi­oni di Salvini contro Macron e per la pace in Ucraina. “Mandare i soldati italiani a combattere guerre fuori dai confini Ue? Seguire le pericolose ossessioni di qualche leader europeo? No grazie, mai nel nome della Lega”. Salvini d’altronde sa che su questo fronte può mettere in imbarazzo la premier Giorgia Meloni che non può, per il suo ruolo istituzion­ale, esporsi troppo a favore del cessate il fuoco in Ucraina ma deve limitarsi a nascondere l’argomento. Nel programma elettorale di Fratelli d’italia per le elezioni europee, infatti, il tema degli aiuti militari a Kiev non sarà proprio menzionato. La premier ieri veniva descritta come “furiosa” da chi le sta vicino per le sparate leghiste pro-russia e per la campagna “pacifista” del leader del Carroccio. Ufficiosam­ente, invece, il messaggio dato ai suoi dirigenti di partito era quello di ignorare Salvini e utilizzare sempre la stessa formula: “Contano i voti in Parlamento”. Una posizione, quella del leader del Carroccio, che arriva nel giorno in cui il ministro della Difesa Guido Crosetto annuncia il nono pacchetto di aiuti a Kiev da presentare nei prossimi giorni e che provoca uno scontro con il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il leghista infatti accusa “alcune forze di centrodest­ra di preferire Macron a Le Pen” e Tajani risponde duramente: “La linea di non mandare militari è quella del governo italiano e nessuno sostiene il contrario”. Inoltre, il vicepremie­r spiega che non si alleerà mai con i tedeschi dell’afd (dello stesso gruppo di Salvini) perché hanno “valori alternativ­i ai nostri”.

LA QUESTIONE

dell’invio dei militari a Kiev però si inserisce in un contesto politico più ampio legato alle alleanze europee e all’atlantismo del governo italiano. Ieri il ministro della Difesa Guido Crosetto sminuiva le esercitazi­oni russe, ma in un’intervista al Messaggero non sembrava voler prendere le distanze da Macron: “Una fuga in avanti”, si è limitato a dire Crosetto. La verità è che, se la situazione dovesse precipitar­e, Meloni non potrebbe dissociars­i rispetto a una richiesta della Nato e degli alleati europei. Ma la premier ha un problema ancora più impellente: le uscite di Salvini rischiano di isolarla dopo le elezioni dell’8 e 9 giugno. L’atlantismo diventerà un fattore determinan­te per stabilire chi entrerà nella prossima maggioranz­a comunitari­a. E l’alleanza con Salvini rischia di essere un problema per la premier. A questo proposito Meloni, che oggi sarà in visita a Tripoli, domani riceverà a Palazzo Chigi il segretario generale della Nato Stoltenber­g e venerdì il presidente della Baviera della Csu, Markus Thomas Theodor Söder, contrario a una coalizione con Salvini e Meloni. La premier vorrà provare a recuperare un alleato.

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