Schlein (in)segue Conte: “Firmo contro il Jobs Act”
Non poteva farsi scavalcare a sinistra da Giuseppe Conte, la segretaria dem. Non ora, a un mese dalle Europee che saranno anche un derby a sinistra. E così ieri Elly Schlein ha saltato il fosso: “Mi metto tra quelli del Pd che firmeranno il referendum contro il Jobs Act. Non potrei fare diversamente, visto che era un punto qualificante della mozione con cui ho vinto le primarie”.
ECCOLO il passo, che in serata provoca l’immediata protesta dell’area Bonaccini, la minoranza interna. Schlein ci pensava dal 1° maggio, quando Conte aveva apposto la sua firma per il referendum al banchetto della Cgil a Portella della Ginestra, a pochi metri proprio dalla dem. “Il Pd aiuterà nella raccolta delle firme” aveva assicurato la segretaria il giorno dopo, intervenendo a Tagadà su La7. Parole anche per prendere tempo, rispetto al no ai quesiti di un bel pezzo del suo partito, quello disseminato di ex – o presunti tali – renziani. Come il presidente del Copasir Lorenzo Guerini, che due giorni fa era stato netto: “Non firmerò il referendum
della Cgil, trovo l’impianto molto ideologico. Anche perché quella riforma ha corretto tante storture del mercato del lavoro”. Ma ieri Schlein ha fatto ugualmente la mossa. “Ero in piazza con la Cgil già nel
2015”, ha rivendicato. Ed è un altro modo per ribadire che Conte non può intestarsi una primazia nel rapporto con il sindacato guidato da Maurizio Landini. Certo, non c’è solo il Jobs Act, ricorda la dem: “Il Pd adesso è impegnato su una raccolta firme per noi molto rilevante che abbiamo avviato con le altre forze d’opposizione, ossia quella per il salario minimo”. Ma in serata le agenzie traboccano di reazioni al suo sì al referendum contro la legge renzianissima. E ovviamente inizia lui, il capo di Italia Viva: “La segretaria del Pd firma per abolire una legge voluta dal Pd. Finalmente si fa chiarezza, loro stanno dalla parte dei sussidi”.
RUMOREGGIA anche l’altro centrista che fu un suo ministro, Carlo Calenda: “Gravissimo errore, così Schlein si appiattisce sulle battaglie ideologiche e politiche di Landini”. Però a contare è soprattutto la protesta della minoranza dem. Con la co-coordinatrice dell’area Bonaccini, la senatrice Simona Malpezzi, che scandisce: “Non firmerò e penso sia sbagliato firmare. Mi piacerebbe anche capire cosa significa oggi abrogare il Jobs Act, visto che alcune cose sono già state modificate”. L’antipasto della milionesima guerra interna al Pd.