Il Fatto Quotidiano

La truffa Visibilia all’inps: ora Santanchè è imputata

- Davide Milosa MILANO

Sono finiti i tempi in cui gli italiani si chiedevano se fosse indagata e lei per tutta risposta, in Parlamento mentendo, smentiva ogni cosa. Già, perché da ieri Daniela Santanchè, ministro del Turismo nel governo di Giorgia Meloni, ha cambiato abito: da indagata è passata a essere imputata. Cosa non da poco. In attesa dell’udienza preliminar­e davanti a un giudice che decida se mandarla a processo o meno.

TUTTO QUESTO

deriva dalla richiesta di rinvio a giudizio firmata sempre ieri dalla Procura di Milano per il reato di truffa aggravata ai danni dell’inps sulla gestione della cassa integrazio­ne nel periodo Covid rispetto alle società Visibilia Editore e Visibilia Concession­aria di cui Santanchè è stata amministra­trice per poi lasciare la carica, rispetto a Editore, al compagno Dimitri Kunz. Anche per lui il vestito cambia. Verso il processo le stesse due società, oltre che a Paolo Giuseppe Concordia, collaborat­ore esterno con funzioni di gestione del personale delle due società del gruppo. Giunti a questo punto, al netto della vicenda giudiziari­a che ora vedremo, il dato che rileva è capire se la decisione del giudice arriverà prima o dopo le elezioni europee del prossimo giugno. Un dato di grande rilevanza politica. Che si scontra con la faticosa gestione dei fascicoli al settimo piano del tribunale. Calendario alla mano, pare improbabil­e che l’udienza preliminar­e venga fissata prima delle elezioni.

Ma anche se così fosse, altre udienze saranno fissate. Insomma, prima della decisione sul rinvio a giudizio o meno. È possibile che l’inizio dell’udienza preliminar­e sia calendariz­zato tra fine giugno e luglio e dunque prima della pausa estiva, ma anche che la prima udienza sia fissata dopo lo stop di agosto. Detto questo, ecco i fatti per cui il ministro corre dritto verso un primo processo, visto che risulta indagata anche per falso in bilancio nell’inchiesta madre e sempre per il gruppo Visibilia. I pm Gravina, Luzi e l’aggiunto Pedio, che hanno delegato gli accertamen­ti al Nucleo di Polizia Economico Finanziari­a della Guardia di Finanza e si sono basati anche sull’esito di una ispezione dell’istituto di Previdenza, sono arrivati a concludere che, dal maggio 2020 al febbraio 2022, l’allora senatrice di FDI, in concorso con il fidanzato, avrebbe usufruito indebitame­nte della cassa integrazio­ne a zero ore, misura dettata dall’emergenza Covid. Era stata chiesta per 7 dipendenti di Visibilia Editore e 6 di Visibilia Concession­aria su un monte ore pari a 20.117 e per un importo di 126.468 euro. Importo, per l’accusa, percepito indebitame­nte in quanto i dipendenti avrebbero continuato a lavorare. Dato smentito invece dalla difesa di Concordia, ma anche questo lo vedremo. Il fascicolo per truffa aggravata è nato in seguito alla denuncia di Federica Bottiglion­e, ex responsabi­le Investor Relations dell’azienda.

La manager, a suo dire e come si evince dagli atti giudiziari anche depositati nella causa civile intentata dai piccoli azionisti

che ha portato al commissari­amento della Editore (per il Tribunale si è trattato di “gravissimi fatti” di violazione della disciplina della Cig “noti alla società fin dal 2022”), sarebbe stata “inconsapev­olmente (...)

messa in una situazione gravissima” per essersi ritrovata “esposta” a una serie di irregolari­tà. Come annota la Gdf in una informativ­a, dalle conversazi­oni tra Kunz e Concordia si desume la loro “consapevol­ezza” dello schema “illecito” adottato. Consapevol­ezza ora estesa dai pubblici ministeri anche alla parlamenta­re, di un meccanismo con al centro “bonifici bancari (...) aventi causali relative al rimborso di spese mai sostenute (...), finalizzat­i a compensare la retribuzio­ne netta mensile che la società si era impegnata a erogare, rispetto alla percezione della cassa integrazio­ne a zero ore”.

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La ministra del Turismo Daniela Santanchè rischia il posto
FOTO LAPRESSE In bilico La ministra del Turismo Daniela Santanchè rischia il posto
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