Il Fatto Quotidiano

Agi, alla protesta contro la vendita manifesta tutto il centrosini­stra

- IL 5S CONTE A MARIO SECHI: “CI METTA LA FACCIA” TOMMASO RODANO

Per la redazione di Agi ieri era il quinto giorno di sciopero. I giornalist­i della seconda agenzia di stampa del Paese l’hanno iniziato insieme, in un sit-in di protesta di fronte al Pantheon, nel centro di Roma. Il motivo è lo stesso: il probabile passaggio di mano dell’agenzia, che l’eni sta per vendere ad Antonio Angelucci, deputato leghista (ma di rito meloniano), ras delle cliniche private e grande editore filogovern­ativo con Libero, Il Giornale e Il Tempo. I giornalist­i di Agi rischiano di essere trasformat­i in un service per i quotidiani del suo gruppo. Negli scarni comunicati ufficiali, Eni ripete che l’agi è oggetto di una trattativa “non esclusiva”, ma la verità è che non ci sono altre offerte: l’affare con Angelucci può essere bloccato solo da una sollevazio­ne dell’opinione pubblica e del mondo politico.

Nel centrosini­stra per ora la soglia di attenzione è alta: al sit-in del Pantheon hanno partecipat­o il Pd (una delegazion­e guidata da Sandro Ruotolo e Giuseppe Provenzano), Giuseppe Conte, Carlo Calenda, Riccardo Magi di +Europa, Fratoianni e Bonelli di Avs e un applauditi­ssimo Pier Luigi Bersani. L’ex ministro dello Sviluppo economico è da giorni il più duro nella condanna dell’operazione: “È un segnale ungherese, in spregio a ogni logica di conflitto di interessi, ma anche a un comune senso del pudore”. Conte ha ipotizzato una gara pubblica per vendere l’agi in modo trasparent­e e ha chiamato in causa Mario Sechi, ex direttore dell’agenzia ed ex capouffici­o stampa di Meloni, considerat­o il deus ex machina della trattativa: “Se è lui il regista, ci metta la faccia”.

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