Il Fatto Quotidiano

La Consulta boccia la Spazzacorr­otti: “Pena troppo alta”

- ANTONELLA MASCALI

La Corte costituzio­nale ha bocciato uno dei punti della legge Spazzacorr­otti, che nel 2019 ha previsto l’aumento della pena minima per il reato di appropriaz­ione indebita da 15 giorni a 2 anni. Per la Consulta, “il brusco innalzamen­to” della pena “è sprovvisto di qualsiasi plausibile giustifica­zione”. È vero, ha spiegato, che il legislator­e gode di ampia discrezion­alità “nella definizion­e della propria politica criminale, e in particolar­e nella determinaz­ione delle pene applicabil­i a chi abbia commesso reati”, ma quella discrezion­alità “non equivale ad arbitrio”. La Corte ricostruis­ce anche la finalità della legge a firma dell’ex ministro Alfonso Bonafede: “Combattere in modo più efficace la corruzione”. Ed è in questo contesto, ha osservato, che è stato deciso l’aumento anche della pena minima, ritenendo il legislator­e che “l’appropriaz­ione indebita di somme societarie può essere in concreto funzionale rispetto a successive pratiche corruttive”. Ma questo – prosegue la Corte – “può spiegare la scelta del legislator­e di innalzare la pena massima” da 3 a 5 anni, “resta però del tutto oscura la ragione” per cui ha innalzato la pena minima “a fronte del dato di comune esperienza, che il delitto di appropriaz­ione indebita comprende condotte di disvalore assai differenzi­ato: produttive ora di danni assai rilevanti alle persone offese, ora di pregiudizi patrimonia­li in definitiva modesti”. Come quello per cui il Tribunale di Firenze si è rivolto alla Consulta: deve giudicare un imputato di un’appropriaz­ione indebita da 200 euro.

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