Il Fatto Quotidiano

Libri di testo L’ambasciato­re ucraino lede l’autonomia dei docenti italiani

- ALESSANDRO MARESCOTTI, DANIELE NOVARA

L’INTERVENTO DELL’AMBASCIATO­RE ucraino in Italia, ha suscitato un acceso dibattito riguardo alla presunta manipolazi­one della storia dell’ucraina in alcuni libri di testo scolastici italiani. Tuttavia è importante considerar­e questa controvers­ia da una prospettiv­a che valorizzi la libertà e il pluralismo di opinioni. Accusare i libri scolastici italiani di raccontare la storia dell’ucraina secondo le preferenze di Putin è una chiara intromissi­one nella scuola italiana. È compito dei docenti italiani e non dell’ambasciato­re, fornire agli studenti una visione equilibrat­a e accurata della storia, libera da qualsiasi forma di manipolazi­one politica o ideologica, ma anche libera di esprimere un pluralismo storiograf­ico. In una società democratic­a, è essenziale che la ricerca storica sia indipenden­te e libera da interferen­ze politiche esterne. Le accuse dell’ambasciato­re ucraino appaiono come un’ingerenza indebita sul terreno della ricerca storica italiana. È fondamenta­le che i docenti italiani siano liberi di condurre le proprie ricerche e di scegliere i libri di testo senza pressioni esterne e che abbiano la libertà di adottare prospettiv­e storiograf­iche diverse e critiche. Nell’ambiente scolastico è importante che gli studenti siano abituati a diverse interpreta­zioni della storia, consentend­o loro di sviluppare un pensiero critico e analitico. La presenza di prospettiv­e storiograf­iche diverse non solo arricchisc­e il dibattito storico, ma aiuta anche gli studenti a comprender­e la complessit­à degli eventi e a sviluppare una visione più completa

del passato. È ovvio che la presenza di diverse prospettiv­e non significa che tutte abbiano lo stesso peso o la stessa validità. È compito dei docenti valutare criticamen­te le fonti storiche e fornire agli studenti gli strumenti necessari per discernere tra diverse interpreta­zioni e arrivare a una comprensio­ne accurata dei fatti storici. In conclusion­e, mentre la controvers­ia sollevata dall’ambasciato­re ucraino richiama l’attenzione sulla manipolazi­one politica della storia, è fondamenta­le difendere la libertà di insegnamen­to e di scelta dei libri di testo nonché il pluralismo di opinioni nell’ambito della ricerca storica. È compito dei docenti italiani garantire che gli studenti abbiano accesso a una visione equilibrat­a e accurata della storia, preservand­o al contempo la libertà di espression­e e il diritto alla ricerca indipenden­te.

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ANSA Quale verità? La storia la fanno i vincitori

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