Premierato, l’idea Calderoli: “Si va in aula senza dibattito”
Martedì pomeriggio, Senato. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha appena finito di fare le comunicazioni alla vigilia del Consiglio europeo ed è andata alla Camera per consegnare il discorso. Una prassi che comporta la sospensione dell’aula. Così per venti minuti, ministri e senatori possono rilassarsi per un caffè alla buvette aspettando la ripresa dei lavori. Nella saletta dedicata ai fumatori di Palazzo Madama, a pochi passi dall’aula, il ministro degli Affari Regionali, Roberto Calderoli, fuma la sua sigaretta elettronica e discute con una senatrice del Carroccio. È lui che segue l’iter dell’autonomia differenziata ed è anche il massimo esperto della Lega di riforme costituzionali, tanto da aver scritto nel 2005 la legge elettorale prima di sconfessarla definendola una “porcata”, poi dichiarata incostituzionale. È lui che ha imposto il “secondo premier” nella riforma del premierato di Maria Elisabetta Casellati.
NELLA DISCUSSIONE
con la collega senatrice, che possono sentire i presenti in sala, però Calderoli si lamenta dell’atteggiamento delle opposizioni sul disegno di legge: il testo è in discussione in commissione Affari costituzionali al Senato
e le opposizioni – soprattutto il Pd – hanno presentato centinaia di emendamenti per modificare la norma. Per Calderoli però “le opposizioni stanno facendo ostruzionismo”, spiega alla collega di partito. “Si sta votando l’articolo 3, quello sull’elezione diretta del premier e per loro è un problema”, dice il ministro leghista. Da qui la soluzione che Calderoli paventa alla senatrice leghista per evitare l’ostruzionismo delle opposizioni in commissione e procedere spediti nell’approvazione del disegno di legge: “Potremmo andare in aula votando il testo senza dare il mandato al relatore, faremmo molto prima”. Apparentemente un tecnicismo dietro cui si cela una mossa politica: votare il testo senza dare mandato al relatore significherebbe far decadere in un attimo tutti gli emendamenti in commissione saltando il dibattito e andando direttamente in aula dove i tempi possono essere contingentati.
UNA MOSSA che permetterebbe di accelerare i tempi per l’approvazione del disegno di legge costituzionale: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha chiesto che venga approvato in prima lettura prima delle elezioni europee per fare la campagna elettorale proprio sul premierato. Quella di Calderoli è una proposta condivisa dalla ministra Casellati che vuole ergersi a nuova madrina costituente portando a casa il risultato. Più dubbioso il ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani: saltare il dibattito in commissione, infatti, sarebbe una forzatura non da poco perché significherebbe cancellare il dibattito e far saltare le proposte di modifica su una legge così importante che modifica la Costituzione. Ma le riforme devono procedere velocemente, è la linea del governo: non è un caso che ieri la Lega abbia fatto ritirare la procedura d’urgenza per il disegno di legge sulla cybersicurezza alla Camera, per approvare rapidamente l’autonomia differenziata.