Vannacci va sotto inchiesta: “Istiga all’odio”
Vannacci è il nuovo Galileo Galilei. L’avvocato che lo difende, Marco Carta, lo ha detto davvero: del resto anche il padre del metodo scientifico sperimentale “è stato processato per le sue idee”. E infatti Roberto Vannacci, da quanto si apprende, è ufficialmente indagato a Roma per alcune affermazioni contenute nel suo “bestseller” Il mondo al contrario, il libro che lo ha reso famoso e ha preparato la sua discesa in campo, in quota Lega. I pm di Piazzale Clodio gli contestano il reato di istigazione all’odio razziale, in relazione ad alcuni passaggi del libro, i più controversi, come l’episodio ambientato a Parigi in cui Vannacci fa riferimento a persone di colore. Il procedimento è stato avviato su input di diverse associazioni, che nel corso delle ultime settimane avevano presentato esposti e denunce al sostituto procuratore, Erminio Amelio.
Intorno alle 15:00 di ieri Vannacci è stato convocato dalla Digos. Si tratta di un’altra grana per il generale: è la seconda ipotesi di reato - dopo l’inchiesta sui presunti illeciti relativi alle spese effettuate mentre svolgeva le funzioni di addetto militare a Mosca - nel giro di pochi giorni. Vannacci ha dichiarato che nel libro ha espresso delle opinioni, “forse per qualcuno criticabili”, ma che restano tali e che in nessun modo possono costituire reato. Le opinioni, prosegue il generale “si combattono sul piano delle argomentazioni e non con la censura o nei tribunali”.
I legali che lo assistono ribadiscono che non gli si può contestare un reato, specie se legato all’istigazione razziale, dato che Vannacci, nel suo libro, non ha affermato la superiorità di una razza rispetto ad un’altra ma si è limitato a paventare i rischi di un “multiculturalismo estremo”. Nel giro di poche ore la vicenda si è trasformata in un caso politico, con la Lega in difesa del Generale con una nota in cui torna ad agitare il solito spettro della “giustizia ad orologeria”: “Indagini che sono medaglie. Vecchi metodi del vecchio sistema. Avanti generale, avanti insieme, avanti Italia!”
INSOMMA,
nulla di nuovo; due giorni fa, dal palco della scuola di formazione politica della Lega Matteo Salvini aveva elogiato il generale e associato l’avvio dell’inchiesta della Procura militare al suo avvicinamento al Carroccio: “Vuole candidarsi, forse con la Lega? Tre, due, uno, indagato”. Il comunicato diramato dal partito ha provocato la reazione di più esponenti politici, di estrazione differente. Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ha attaccato duramente la Lega: “Se le indagini sul generale Vannacci sono per loro medaglie di merito significa anche che non temono di diventare un ricettacolo di impresentabili". Sul caso è intervenuto anche Riccardo Magi, il presidente di +Europa: “La Lega di Salvini è talmente frastornata dalle batoste politiche che rimedia quotidianamente all’interno della maggioranza che ormai pensa di essere diventata la Cassazione. Per gli studenti manganellati dalla polizia a Pisa ha già emesso sentenza di condanna definitiva, mentre per il Generale Vannacci è scattata l'assoluzione. In pratica, garantisti con gli amici, manettari con tutti gli altri. La credibilità di Salvini”, ha chiosato, “ormai è come un libro di Vannacci: una barzelletta che non fa ridere".