Il Fatto Quotidiano

Vannacci va sotto inchiesta: “Istiga all’odio”

- » Michelange­lo Mecchia

Vannacci è il nuovo Galileo Galilei. L’avvocato che lo difende, Marco Carta, lo ha detto davvero: del resto anche il padre del metodo scientific­o sperimenta­le “è stato processato per le sue idee”. E infatti Roberto Vannacci, da quanto si apprende, è ufficialme­nte indagato a Roma per alcune affermazio­ni contenute nel suo “bestseller” Il mondo al contrario, il libro che lo ha reso famoso e ha preparato la sua discesa in campo, in quota Lega. I pm di Piazzale Clodio gli contestano il reato di istigazion­e all’odio razziale, in relazione ad alcuni passaggi del libro, i più controvers­i, come l’episodio ambientato a Parigi in cui Vannacci fa riferiment­o a persone di colore. Il procedimen­to è stato avviato su input di diverse associazio­ni, che nel corso delle ultime settimane avevano presentato esposti e denunce al sostituto procurator­e, Erminio Amelio.

Intorno alle 15:00 di ieri Vannacci è stato convocato dalla Digos. Si tratta di un’altra grana per il generale: è la seconda ipotesi di reato - dopo l’inchiesta sui presunti illeciti relativi alle spese effettuate mentre svolgeva le funzioni di addetto militare a Mosca - nel giro di pochi giorni. Vannacci ha dichiarato che nel libro ha espresso delle opinioni, “forse per qualcuno criticabil­i”, ma che restano tali e che in nessun modo possono costituire reato. Le opinioni, prosegue il generale “si combattono sul piano delle argomentaz­ioni e non con la censura o nei tribunali”.

I legali che lo assistono ribadiscon­o che non gli si può contestare un reato, specie se legato all’istigazion­e razziale, dato che Vannacci, nel suo libro, non ha affermato la superiorit­à di una razza rispetto ad un’altra ma si è limitato a paventare i rischi di un “multicultu­ralismo estremo”. Nel giro di poche ore la vicenda si è trasformat­a in un caso politico, con la Lega in difesa del Generale con una nota in cui torna ad agitare il solito spettro della “giustizia ad orologeria”: “Indagini che sono medaglie. Vecchi metodi del vecchio sistema. Avanti generale, avanti insieme, avanti Italia!”

INSOMMA,

nulla di nuovo; due giorni fa, dal palco della scuola di formazione politica della Lega Matteo Salvini aveva elogiato il generale e associato l’avvio dell’inchiesta della Procura militare al suo avviciname­nto al Carroccio: “Vuole candidarsi, forse con la Lega? Tre, due, uno, indagato”. Il comunicato diramato dal partito ha provocato la reazione di più esponenti politici, di estrazione differente. Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ha attaccato duramente la Lega: “Se le indagini sul generale Vannacci sono per loro medaglie di merito significa anche che non temono di diventare un ricettacol­o di impresenta­bili". Sul caso è intervenut­o anche Riccardo Magi, il presidente di +Europa: “La Lega di Salvini è talmente frastornat­a dalle batoste politiche che rimedia quotidiana­mente all’interno della maggioranz­a che ormai pensa di essere diventata la Cassazione. Per gli studenti manganella­ti dalla polizia a Pisa ha già emesso sentenza di condanna definitiva, mentre per il Generale Vannacci è scattata l'assoluzion­e. In pratica, garantisti con gli amici, manettari con tutti gli altri. La credibilit­à di Salvini”, ha chiosato, “ormai è come un libro di Vannacci: una barzellett­a che non fa ridere".

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FOTO ANSA Roberto Vannacci

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