Iran, la polizia non cede: “Il velo per le donne resta un obbligo”
L’annuncio della sospensione della polizia di sicurezza morale da parte della magistratura iraniana “non indica che la situazione delle donne migliorerà”. Lo ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di Stato Usa. "Sfortunatamente, non ci sono prove che gli ayatollah iraniani stiano cambiando realmente il modo in cui trattano donne e ragazze o che stiano fermando la violenza che infliggono a manifestanti pacifici". Il dibattito è cominciato dopo che sabato scorso il procuratore generale, Mohammad Jafar Montazeri, aveva affermato che il regime ha sciolto la polizia religiosa e che sta pensando di cambiare la legge che obbliga le donne a indossare il velo islamico (hijab). La polizia ieri ha smentito. Le parole di Montazeri sembrano essere cadute nel vuoto. È probabile dunque che il magistrato volesse solo sondare la reazione degli iraniani che protestano da quasi tre mesi mesi in seguito alla morte per maltrattamenti
CORDA TESA della giovane Mahsa Amini dopo essere stata portata in commissariato da agenti della polizia morale. Nonostante il regime iraniano stia provando a tenere sotto controllo la rivolta in corso sparando contro i manifestanti, uccidendo anche decine di adolescenti, le proteste non si fermano, anzi. Da ieri anche i commercianti del bazar di Teheran hanno chiuso le saracinesche in segno di adesione alle proteste. Scioperare – uno dei tanti diritti negati dal regime sciita – è stata finora l’inedita “provocazione” anche dei lavoratori del settore energetico e dei trasporti. Un puzzle che spaventa davvero per la prima volta gli ayatollah al potere da 40 anni. Conosciuta come “Gasht-e Ershad”, o pattuglia di guida islamica, l'attuale forza di polizia morale è composte da più uomini e donne che devono far rispettare il codice di abbigliamento del Paese. Nel frattempo “i rivoltosi, condannati a morte per Muharebeh o Fesad fel arz (“Guerra contro Dio e Corruzione sulla Terra) saranno impiccati presto”, ha detto il capo della magistratura iraniana, Gholamhossein Ejei.