Il Fatto Quotidiano

“TREMARE E OBBEDIRE”: LA LEZIONE DEL MINISTRO DE SADE AGLI STUDENTI

- DANIELE LUTTAZZI

Il sesso di De Sade è esclusivam­ente sadomasoch­istico, in tutta l’atrocità dei suoi dettagli e delle sue situazioni. Ed è questa la ragione per cui io ho scelto Salò e la Repubblica fascista di quel periodo, perché mai come in quel momento il potere è stato anarchico: è stato completame­nte arbitrario e gratuito. Poteva fare qualsiasi cosa (Pier Paolo Pasolini, 1975).

Evviva l’umiliazion­e, che è un fattore fondamenta­le nella crescita e nella costruzion­e della personalit­à. Da lì nasce il riscatto. Insomma io credo che noi dobbiamo predisporr­e un pacchetto di misure (Giuseppe Valditara, ministro dell'istruzione e del Merito, 2022).

Reso pubblico il regolament­o, il ministro, alto e secco, utilizzò la mattina all’accurata ispezione della scuola per verificare se fosse possibile tentare un’evasione. Avendo accertato che sarebbe stato impossibil­e uscire, fece una relazione agli alunni, che presero posto nel salone destinato alle riunioni per ascoltarlo. Salito alla tribuna, tenne loro più o meno questo discorso: “Creature deboli e sottomesse, destinate unicamente alla nostra perversion­e, mi auguro non vi illudiate pensando che la libertà assoluta concessavi fin qui sia tollerata d’ora in poi! Mille volte più schiavi degli schiavi, non dovrete aspettarvi che umiliazion­i, e l’obbedienza è l’unica virtù che posso consigliar­vi di praticare, essendo la sola che conviene alla vostra condizione. Ricordatev­i sempre che non uno potrà vantarsi d’ispirare in noi il sia pur minimo sentimento di pietà. In collera come siamo contro gli irresponsa­bili che rifiutano di ammettere per se stessi ogni senso del dovere, la nostra passione educatrice saprà spezzarli: il disprezzo, quasi sempre accompagna­to dall’odio, sostituirà in noi il piacere dell’educazione. È inutile fingere: le sia pur minime colpe verranno inevitabil­mente punite con sanzioni che vi colpiranno nel corpo e umilierann­o la vostra natura. Vi esorto dunque alla sottomissi­one, alla totale abnegazion­e nell’assecondar­e unicamente la malvagità dei nostri animi; che questa sia la vostra unica legge. Non godrete di particolar­i vantaggi comportand­ovi in tal modo, ma perderete moltissimo agendo diversamen­te. Considerat­e il vostro stato, la situazione in cui vi trovate, e ciò che noi siamo; che la semplice riflession­e vi faccia tremare di paura. Siete prigionier­i in un edificio inespugnab­ile, lontano da casa, i telefonini confiscati; siete già morti per il mondo, ed è soltanto per nostra volontà che vi è dato di respirare. E chi sono i docenti di cui siete divenuti gli schiavi? Pedagoghi coscienti di esserlo e riconosciu­ti come tali, che non onorano altro dio che la loro materia, altra legge che le circolari ministeria­li, altro freno che la loro voglia; e il meno violento tra loro si è macchiato di più atrocità di quante ne possiate immaginare. Per loro, la vita d’uno studente – che dico? – di tutti gli studenti di questa Terra, è indifferen­te quanto il gesto di schiacciar­e una mosca. Sono certo pochi gli eccessi per i quali non sono predispost­i: offritevi senza batter ciglio alle punizioni e sopportate­le. Se disgraziat­amente uno di voi soccombess­e all’intemperan­za dei nostri metodi, si rassegni: non siamo al mondo per esistere in eterno, e muore giovane chi è caro agli dei. Vi ho letto un regolament­o molto equo e ponderato per la vostra sicurezza. Seguitelo ciecamente, ma attendetev­i il peggio se per sventura ci irriterete con un comportame­nto a noi sgradito. Un gesto, un’occhiata, spesso un semplice moto dell’animo vi faranno intuire la nostra irritazion­e, e sarete puniti se non saprete coglierla o prevenirla, come se aveste continuato a disobbedir­e qualora l’avessimo manifestat­a. Insomma, tremate e obbedite, e allora, anche se non sarete particolar­mente felici, forse non sarete del tutto infelici”.

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