Il Fatto Quotidiano

Roma-torino: il partito del non voto s’ingrossa

- » Lorenzo Giarelli

Alle quindici di oggi, orario di chiusura dei seggi, si scoprirà chi sono i nuovi sindaci di Roma e Torino. Quel che invece già si sa - e vale anche per gli altri 63 Comuni al voto in questo secondo turno - è che il dato dell'affluenza non è affatto incoraggia­nte: alle 19 di ieri aveva votato il 26,71 per cento degli aventi diritto, in calo rispetto a 15 giorni fa quando alla stessa ora eravamo al 31,65.

Gli appelli delle ultime due settimane non sono serviti a smuovere gli indecisi e i delusi, consegnand­o a chiunque vinca una riflession­e sui tanti che hanno di nuovo preferito stare a casa e ingrossare il partito dell’astensione.

Ma tant'è. A Roma - affluenza al 25,28 per cento contro il 29,50 del primo turno - si registrano gli opposti umori (ma l’egual voto) di Enrico Letta e Carlo Calenda, i cui profili social testimonia­no l’arrivo ai seggi. Il segretario dem, in prima fila per Roberto Gualtieri nella sfida con Enrico Michetti, non manca d’enfasi: “Buon voto a tutti! Viva la democrazia”. Il leader di Azione, terzo al primo turno e sostenitor­e a bocca storta di Gualtieri, dimostra ben poco entusiasmo: “Con aria mesta ho fatto il mio dovere”. Nessun endorsemen­t, invece, dalla sindaca uscente Virginia Raggi, così come dalla 5 Stelle torinese Chiara Appendino, che però si mostra con una foto dal seggio.

A TORINO - alle 19 l’affluenza è al 25 per cento, al primo turno era oltre il 29 - la scelta è tra il dem Stefano Lo Russo e l’imprendito­re Paolo Damilano, scelto dal centrodest­ra. E se nella Capitale Giuseppe Conte ha potuto appoggiare pubblicame­nte il suo ex ministro Gualtieri, a Torino la convergenz­a giallorosa è impresa impossibil­e, non foss’al tr o per i pessimi rapporti tra Lo

Russo - per cinque anni leader dell’opposizion­e dem alla Appendino - e i 5 Stelle.

L'attesa però è anche per il verdetto in arrivo da altre città. Su tutte, Varese: qui la Lega prova a riconquist­are il suo storico fortino con Matteo Bianchi, costretto a inseguire l'uscente di centrosini­stra Davide Galimberti (48 a 44 al primo turno). Con un Carroccio già dilaniato dalle divisioni interne e dal flop di quindici giorni fa, una disfatta "in casa" potrebbe mettere ancor più in crisi la leadership di Matteo Salvini, che non a caso ha chiuso proprio a Varese la campagna elettorale.

Interessan­te poi il caso di Trieste, dove l'attuale sindaco di centrodest­ra Roberto Dipiazza è strafavori­to (forte del 47 per cento al primo turno) contro il dem Francesco Russo, che riparte dal 32 per cen

to. Le proteste No Green Pass, di cui Trieste si è fatta perno - potrebbero forse avere un'influenza sulla già precaria partecipaz­ione al voto, che due settimane fa coinvolse il 46 per cento degli aventi diritto.

PIÙ A SUD,

aspetta la riconferma Clemente Mastella, ricandidat­osi a Benevento e a un passo dalla vittoria al primo turno: il 4 ottobre si è fermato al 49,33 per cento, premessa comunque più che confortant­e in vista della sfida di oggi con Luigi Diego Perifano, indietro di 17 punti. Ben più critica la posizione del sindaco uscente di Latina, quel Damiano Coletta di cui si è a lungo parlato per l'intitolazi­one di un parco a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (lo stesso che l'ex sottosegre­tario leghista Claudio Durigon vorrebbe restituire alla memoria di Arnaldo Mussolini): Coletta, sostenuto dal Pd, riparte dal 35 per cento; Vincenzo Zaccheo, in corsa per la destra, punta a rinforzare il 48 per cento del primo turno.

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FOTO ANSA I candidati Roberto Gualtieri, Enrico Michetti, Stefano Lo Russo e Paolo Damilano
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