Il Fatto Quotidiano

“Sarà un boomerang per la Lega. E ci sarà chi accuserà i magistrati”

“LIMITARE LE MISURE CAUTELARI? NELLE CORDE DEI RADICALI, MENO DEL CARROCCIO”

- » Gianni Barbacetto

Gian Carlo Caselli, già procurator­e della Repubblica a Torino e a Palermo, prevede un effetto boomerang, a proposito dei referendum radicali e leghisti sulla giustizia: “Possibili effetti negativi per l’amministra­zione della giustizia e per l’interesse generale, ma anche un boomerang per i promotori”. Dottor Caselli, si riferisce al quesito sulla custodia cautelare?

Non solo a quello. Il quinto quesito prevede che i potenziali autori seriali di gravi reati, se questi non sono commessi con armi o con violenza, non possano più essere assoggetta­ti a misure cautelari in base – come avviene ora – alla previsione della possibile ripetizion­e dei reati. Si possono riscrivere le norme sulla custodia cautelare riducendon­e gli spazi: è un’operazione nelle corde dei radicali, assai meno della Lega. Se passa il referendum, ci saranno casi delicati e complessi, in cui sarebbe utile se non necessario ricorrere alla custodia cautelare, che non potrà invece scattare, in forza della nuova normativa. L’opinione pubblica, la piazza, rifiuteran­no questa situazione, si genererà sconcerto, ci saranno proteste sul funzioname­nto della giustizia, che sarà accusata di lassismo. Gli effetti, per la magistratu­ra, già in profondiss­ima crisi dopo lo scandalo Palamara, saranno devastanti. Ancora una volta si darà la colpa di tutto ai giudici. Un boomerang per la giustizia. Ma anche per la Lega che è tra i promotori del referendum e che ha sempre chiesto massima severità per chi compie certi reati, come lo stalking.

In difesa del referendum è intervenut­a anche Giulia Bongiorno, in passato sostenitri­ce di misure dure per chi compie reati contro le donne.

Proprio sul Fatto, la senatrice ha sostenuto che questo referendum vuole evitare gli abusi, ma non riduce le tutele, perché “per applicare le misure cautelari sarà sufficient­e che il giudice ravvisi nella condotta dello stalker elementi sintomatic­i di una personalit­à incline al compimento di atti di violenza” e il giudice dovrebbe cercare

“i sintomi” di una possibile violenza futura. È una forzatura della legge che genera un cortocircu­ito.

La prognosi astratta di futura effettiva violenza è, se non impossibil­e, almeno molto difficile, opinabile, sicura rampa di lancio di incertezze, discussion­i interminab­ili e polemiche feroci.

Strana alleanza, quella tra i Radicali e la Lega?

Ognuno in politica si allea con chi vuole, ma in questo caso tra i due ci sono enormi differenze. L’area radicale comprende l’associazio­ne “Nessuno tocchi Caino” e ha una filosofia opposta a quella della Lega incentrata sul classico “legge e ordine”. Due mondi così diversi, al punto da far temere un’a ll e a nz a strumental­e: in un momento difficile per la magistratu­ra, sull’orlo del baratro per una crisi terribile, questo per qualcuno potrebbe sembrare il momento giusto per sferrare l’attacco finale, per fare i conti definitivi con i giudici. Ma vorrei segnalare, a questo proposito, un quesito referendar­io ancor più pericoloso.

Quello sulla separazion­e delle carriere?

Sì. Si basa sull’a ffe rm az io ne che i giudici sono appiattiti sul pm, dunque bisogna separarli. È una prospe ttazione sostanzial­mente falsa. In tutti i Paesi in cui la separazion­e c’è, la conseguenz­a è sempre una sola: il pm prende ordini o direttive dal potere esecutivo. Fine dell’indipenden­za della magistratu­ra, fine della speranza che la legge possa essere uguale per tutti. Così torneremmo indietro rispetto a una situazione che in molti Paesi europei viene invidiata: in un articolo di Le Mondedel giugno 2020, autorevoli rappresent­anti della magistratu­ra francese indicavano di fatto la situazione italiana come traguardo da raggiunger­e, per liberare i magistrati d’acc usa francesi dal peso di dover analizzare gli affari “sensibili” in base ai possibili interventi del potere. E noi invece in Italia vogliamo fare il contrario.

Si propone una forzatura della legge che genera un pericoloso cortocircu­ito

 ?? FOTO LAPRESSE ?? Procurator­e
Gian Carlo Caselli guidò le procure di Torino e Palermo
FOTO LAPRESSE Procurator­e Gian Carlo Caselli guidò le procure di Torino e Palermo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy