Il Fatto Quotidiano

Fascisti, migranti e No Vax: ecco la svolta di Salvini

IL presidente pugliese Michele Emiliano loda la svolta “europeista” del leghista, ma poi precisa: “Tra noi e loro netta differenza”

- » Giacomo Salvini

Un De Gaulle in miniatura. Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano sembra descrivere Matteo Salvini: sostiene che il leghista ha “una visione” del Paese e che il premier Mario Draghi lo abbia addirittur­a “cambiato”. In meglio, s’intende. Ma come? A leggere le ultime dichiarazi­oni di Emiliano, Salvini sarebbe diventato un moderato che ha addirittur­a abbracciat­o“l’ euro el’ europa ”.

Che il tentativo di Salvini sia quello di rivendersi come il leader di un centrodest­ra moderato con l’obiettivo di annettere quel che resta di Forza Italia, non v’è alcun dubbio. Che nella sostanza ci stia riuscendo davvero, però, è smentito dalle sue stesse dichiarazi­oni, dalle sue battaglie politiche e dalla sua“Bestia” soci al che, ogni giorno, dà in pasto ai suoi follower foto di barconi in arrivo verso l’italia, storiacce di cronaca nera (violenti, spacciator­i, meglio se immigrati) ma anchemessa­ggi che vellicano i peggiori istinti anti-vaccinisti. L’obiettivo è chiaro: rincorrere Giorgia Meloni sempre più a destra.

L’U LT IM A battaglia è quella contro la ministra dell’interno, Luciana Lamorgese, accusata di non fare “niente” per fermare gli sbarchi. Per dimostrarl­o, ogni giorno, il leader della Lega pubblica postetweet con i dati dei nuovi arrivi parlando espressame­nte di “invasione”, corredati con video e foto di immigrati che spacciano o accoltella­no agenti di polizia. L’ultimo tweet sul tema è di lunedì: “Milano, una bimba subisce delle molestie. Interviene lo zio della piccola ma viene aggredito e ferito con un coccio di bottiglia. Arrestato un 45enne originario della Costa d’avorio, pluripregi­udicato e con diversi ordini di espulsione mai eseguiti. Lamorgese, chi l’ha vista?”. E giù insulti contro la ministra che “apre i porti a tutti” e contro il governo che ha fatto “diventare l’italia una colonia dell’africa”. Poi c’è la versione ancora più hard : la contrappos­izione tra gli immigrati e gli italiani in tempi di Covid. “Chiudere in casa gli italiani alle 10 di sera, nelle ore in cui sbarcano migliaia di immigrati a Lampedusa, non ha alcun senso” twittava l’11 maggio. Oggi sfrutta la tragedia del poliziotto morto di Covid a Taranto dopo il contagio in un centro di accoglienz­a per gridare all’immigrato untore: “È morto per

Covid un poliziotto impegnato all’hotspot di Taranto, che ospitava 300 migranti, 33 positivi. Proprio nel centro di accoglienz­a aveva contratto il virus” ha scritto Salvini su Fa cebo ok.

Sulla lotta alla pandemia negli ultimi mesi il leghista ha portato avanti una battaglia per le riaperture e contro ogni limitazion­e. Tant’è che alcuni suoi fedelissim­i – tra cui Alberto Bagnai, Claudio Borghi e Armando Siri – sono scesi in piazza contro il green pass. Anche sul caso Durigon il leghista è stato tutt’altro che moderato difendendo per giorni il suo sottosegre­tario. Nella Lega salviniana non mancano i nostalgici: negli ultimi anni ha accolto molti esponenti provenient­i dall’estrema destra. Di fronte a queste evidenti posizioni estremiste, Emiliano al Fatto precisa che da parte sua non c’era alcuna intenzione di fare un endorsemen­t nei confronti di Salvini e che su questi temi, “in primis sui migranti”, resta “ferma la linea di demarcazio­ne tra noi e la Lega”. “Le mie dichiarazi­oni – continua – registrava­no solo un

OBIETTIVO FEDERAZION­E CON SILVIO: L’AIUTINO DI VERDINI E CESA

cambiament­o nella linea di Salvini con il suo sostegno al governo Draghi e al progressiv­o cambio di linea del suo partito in senso più europeista”. Emiliano però esclude un governo Lega-pd con Draghi a Palazzo Chigi dopo il 2023: “Questo modello è legato all’emergenza sanitaria ed economica in atto e all’attuazione del Pnrr”.

NEL FRATTEMPO le mire di Salvini per federare il centrodest­ra vanno avanti. Per annettere FI e i centristi, il leghista ha “assunto” due consiglier­i speciali: il suocero Denis Verdini, che nell’ultimo colloquio lo ha incoraggia­to ad “andare avanti” per accreditar­si all’estero, e Lorenzo Cesa, leader dell’udc in grado di portargli voti e ras delle preferenze al Sud. Il segretario è tornato a parlare assiduamen­te anche con Pier Ferdinando Casini. I due si sentono regolarmen­te e Casini potrebbe essere l’anello di congiunzio­ne tra Lega-fi e un polo centrista nel 2023. Magari in cambio della sua elezione al Quirinale spinta da Matteo Renzi.

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