“Divisi perdiamo, Napoli laboratorio del fronte 5S-PD”
Napoli è “mille colori”, come cantava il poeta Pino Daniele, ma abbonda anche di liste. “Quelle che mi appoggeranno saranno 13” dice al Fatto Gaetano Manfredi, candidato sindaco per Pd, M5S e una coalizione con dentro anche Iv (senza simbolo). Tutti per l’ex ministro dell ’ Università, contiano doc, già tecnico di area dem. Tredici liste sono troppe a prescindere, non crede?
Sono tante e fanno quasi tutte riferimento a partiti nazionali: quando mi è stato chiesto di candidarmi sul tavolo c’erano 24 componenti politiche, abbiamo già semplificato molto. Su Repubblica il Pg Riello ha chiesto ai partiti di “coagulare le persone migliori e non compromesse”. Lei sostiene che devono occuparsene innanzitutto le forze politiche. Ma il primo filtro non deve essere il candidato?
I partiti devono selezionare candidati al di sopra di ogni sospetto, poi il candidato deve vigilare. Ho fatto sottoscrivere a tutti un codice etico e istituito un comitato di garanzia, esterno ai partiti, che valuterà i candidati. Serve un comitato per decidere che è meglio non ricandidare i due consiglieri uscenti dem Madonna ed Esposito, già condannati per violazione della legge elettorale, in relazione a firme false per la lista Valente? Tentenna perché portano tanti voti?
Non è quello il punto, in una città così grande uno o due candidati non fanno la differenza. Il Pd ha sollevato un tema politico: il segretario cittadino Sarracino ha detto che i due consiglieri furono indotti a fare questa cosa, e che il suo partito si assume ogni responsabilità per quanto accadde. La valutazione finale è in capo al Pd locale e nazionale. Il candidato di centrodestra Maresca punge: “Candidano i Bobò (Esposito, ndr)”.
Il giudizio principale lo danno gli elettori. Nella responsabilità diretta del sindaco ci saranno le scelte su giunta e ruoli apicali, e sarò molto netto su questo. Dopodiché il processo di selezione sulle liste è stato trasparente. Lei ha posto ai giallorosa il tema dei disastrati conti di Napoli, e sostiene che le servono mille assunti in Comune entro l’anno.
Dieci anni di austerità hanno provocato grandi problemi alla nostra città, come ad altre. Ora il Comune ha solo 4 mila dipendenti: 10 anni fa erano 12 mila. Così non puoi erogare servizi come anagrafe e verde, ma neppure spendere le risorse, penso al Pnrr. Serve personale giovane e qualificato. E serve l’autorizzazione per spendere, visto che Napoli è in pre-dissesto. C’entrerà anche la gestione di De Magistris, no?
Il punto ora è il presente e il futuro dei cittadini napoletani. C’è anche il tema del debito pregresso: è necessario lo scorporo del debito con una compartecipazione dello Stato per coprire quello vecchio. I partiti cosa le dicono? Queste misure andrebbero in legge di Stabilità.
Sì, almeno per ciò che riguarda i primi atti. Sto avendo buoni segnali: sono fiducioso. Per vincere deve superare anche Antonio Bassolino.
Bassolino ha governato per 20 anni dobbiamo tra Napoli guardare e Regione, al futuro. e noi Se andrete al ballottaggio dovrete trattare con lui...
C’è stima reciproca, ma ora siamo in competizione. Peccato perché la divisione, che certo non è imputabile a me, favorisce il candidato di Salvini. Il governatore De Luca per lei è un alleato o un uomo che le terrà il fiato sul collo? Perfino i 5 Stelle gli lanciano segnali...
Lo considero un alleato: ha interesse a governare bene la Campania e ad averenapoli ben governata. I rapporti con i 5S stanno migliorando proprio perché si inizia a lavorare assieme. Lei è l’unico candidato di sintesi dei giallorosa. E per Conte e Letta la sfida di Napoli è decisiva.
Noi siamo il laboratorio da cui questo progetto può svilupparsi, perché a Napoli si combinano i temi dello sviluppo e dell’inclusione sociale: tra M5S, il Pd e un’area moderata si può costruire un progetto per il Paese.
Tredici liste in mio sostegno? Quando mi hanno chiesto di candidarmi erano 24...
De Luca va considerato un alleato: i suoi rapporti con i 5S migliorano se si lavora insieme