DIRITTO DI REPLICA
L’articolo pubblicato mercoledì sul Fatto , a firma di Gianni Barbacetto – “Gallera prima di Gallera: da papà Lions ad Arcore” –, riporta fatti riguardanti il sottoscritto che non corrispondono a verità. Vi si afferma che “il nome del fratello Massimo compare nell’elenco di Affittopoli, perché ha lo studio legale in un appartamento di Porta Romana di proprietà del Pio Albergo Trivulzio”. Tale affermazione è errata e priva di fondamento, lesiva del mio onore e decoro nonché della mia reputazione: non sono mai stato intestatario di alcun contratto di locazione di immobile di proprietà del Pio Albergo Trivulzio, né il mio nome è finito nell’inchiesta Affittopoli. Tra il 2007 e il 2011 ho svolto la mia attività professionale nell’immobile di C.so di Porta Romana n. 116/a, a Milano, a cui l’articolo fa riferimento, in forza di contratti di fornitura e di servizi (domiciliazione) stipulati con un avvocato del Foro di Milano. Tengo a sottolineare che il canone mensile corrisposto dal sottoscritto in quegli anni per una singola stanza di mq 15 (più l’utilizzo promiscuo di un’altra stanza di mq 5) era di 720 euro mensili dal 2007 al 2010 (8.640 annui), poi aumentato dal 2010 in 9.600 annui: un canone assolutamente in linea con i prezzi di mercato delle locazioni dell’epoca, e non certo “di favore”, come adombra, neanche tanto larvatamente, l’articolo. In ultimo, preciso che trovavo la suddetta collocazione per il mio studio legale tramite la bacheca online dell’Ordine degli avvocati di Milano, e che non ho mai intrattenuto rapporti professionali con il suddetto collega, di cui ignoravo la titolarità del proprio contratto di locazione con il Pat. AVV. MASSIMO GALLERA