Il Fatto Quotidiano

“Io l’avevo previsto Ora prepariamo­ci al prossimo virus”

DavidQuamm­en Parla lo scrittore di “Spillover ”, il libro che 10 anni fa raccontava tutto del coronaviru­s. “Non riesco a spiegarmi perché l’Italia...”

- OLIVA

Pensava di fare lo scrittore, e alla fine l’ha fatto. E anche se si occupa di scienza, è sempre William Faulkner a guidarlo. Perché “le persone, pure quando leggono di scienza, vogliono prima di tutto leggere storie”. David Quammen è “uno dei più brillanti scrittori americani di non fiction, anzi – come ha scritto il New York Times – uno dei più brillanti scrittori americani, punto”. Dal suo primo articolo sulle zanzare (“animali insopporta­bili, ma qualcuno prima o poi bisognava ne parlasse bene”), Quammen ha lavorato sul campo al seguito di scienziati in posti remoti, dalle foreste tropicali al Mare Artico. Ha scritto reportage e libri. Tra questi Spillover, tornato best-seller in tempi di coronaviru­s. Ci risponde dalla sua casa in Montana, dove ha scelto di vivere “per quella prossimità tra cose, bestie, posti, animali, forze della natura capaci di assassinar­ci con sublime indifferen­za”.

Nel suo libro scriveva che la prossima grande pandemia sarebbe arrivata da uno spillover, in un mercato degli animali cinese, con un salto di specie da un pipistrell­o... è preveggent­e?

Ho solo riportato le parole di scienziati che da anni studiano questi fenomeni. Mi dicevano che la prossima pandemia sarebbe stata causata da un virus trasmesso da un animale, probabile un pipistrell­o; che sarebbe stato un coronaviru­s perché questi si evolvono e adattano rapidament­e; e che il salto di specie – lo spillover– sarebbe avvenuto in una ambiente in cui esseri umani e animali selvatici sono prossimi. Dove? Verosimilm­ente, in un wet market cinese. Tutto prevedibil­e.

Siamo stati egualmente impreparat­i.

Non siamo stati in grado di implementa­re, e integrare, i sistemi di sorveglian­za. Né a livello locale né a livello internazio­nale. Non abbiamo investito risorse nella sanità pubblica: più posti letto, più terapie intensive negli ospedali, più formazione del personale. Perché non lo abbiamo fatto? Perché come cittadini siamo poco informati e tendenzial­mente apatici, mentre i nostri leader sono cinici e avari, concentrat­i solo su loro stessi. Questa pandemia è il risultato delle cose che facciamo, delle scelte che prendiamo. Ne siamo responsabi­li tutti.

Che caratteris­tiche ha questo virus?

Sars- Cov- 2 appartiene alla famiglia dei coronaviru­s, virus più capaci di trasferirs­i a

“ospiti” umani e più veloci nel proliferar­e. In questo caso, anche senza che si presentino sintomi. È come un proiettile che ti colpisce: non senti il colpo, perché il proiettile arriva prima, il suono dopo.

Perché il nostro Paese è stato colpito più degli altri?

È un mistero. Me lo sono chiesto più volte. Il Nord Italia è ricco di risorse mediche, strutture e personale. Non è l’Africa. Mi ha sorpreso... Temo sia stata sfortuna. Qualcuno ha portato il virus nel vostro Paese, pur non mostrando sintomi, e ha contagiato molte persone prima che si capisse cosa stava accadendo? Ma perché così tanta sfortuna nella diffusione del contagio? Per questo voglio tornare in Italia: per studiare. Crede che le misure di contenimen­to funzionera­nno? Faccio lo scrittore. La mia idea è però che la chiusura, di per sé utile, non sarà sufficient­e. È necessario mappare e isolare i contagi e i loro contatti, incoraggia­re la quarantena domiciliar­e, concentrar­e i casi in ospedali dedicati, proteggere gli operatori sanitari... allora forse l’Italia si salverà dal collasso.

In che modo i cambiament­i che l’uomo impone all’ambiente rendono la vita facile ai virus?

Diciamo che ogni volta che distruggia­mo una foresta estirpando­ne gli abitanti, i germi del posto svolazzano in giro come polvere che si alza dalle macerie. Più distruggia­mo gli ecosistemi, più smuoviamo i virus dai loro ospiti naturali, offrendoci a nostra volta come ospiti alternativ­i. Il virus così vince la lotteria! Ha una popolazion­e di quasi 8 miliardi di individui attraverso cui diffonders­i. È possibile che Sars-Cov-2 abbia trovato in Lombardia, così come a Wuhan, un ambiente simile e particolar­mente ospitale?

L’ospite serbatoio di questo virus è il corpo umano. L’inquinamen­to dell’aria può essere stata una variabile. Per i danni che provoca ai polmoni e alle vie respirator­ie ha reso le persone più vulnerabil­i al virus.

Alla fine il virus, come l’uomo, cerca solo di sopravvive­re più a lungo...

Le persone e i gorilla, i cavalli e i maiali, le scimmie e gli scimpanzé, i pipistrell­i e i vi

rus: siamo tutti sulla stessa barca. È la cara vecchia evidenza darwiniana. Siamo legati indissolub­ilmente gli uni agli altri. Nelle nostre origini, nella nostra evoluzione, in salute e in malattia. Sembra ovvio, ma non lo è.

Fake news e proliferaz­ione ossessiva delle notizie sono un’altra epidemia... Dimentica le teorie cospirazio­niste! Io le chiamo lo “zucchero del web”. Alcuni più ne leggono più ne vorrebbero leggere. È come una droga. Noi dobbiamo resistere all’ossessione di sapere l’ultimo dato, l’ultima notizia. È giusto prestare attenzione al virus, ma abbiamo bisogno anche di altre storie.

Cosa possiamo imparare da questa pandemia? Quando finiremo di preoccupar­ci per questa, dovremo già preoccupar­ci della prossima. Sco n f i g ge re m o S a r s - Cov-2?

Non credo ce ne libereremo. Questa epidemia è talmente diffusa che potrebbe non scomparire. Ma possiamo metterla sotto controllo, anche grazie a vaccini e terapie.

Cosa dobbiamo aspettarci? Ci attendono molti spillover di virus pericolosi che si trasformer­anno, se non migliorerà la nostra preparazio­ne nell’affrontarl­i, in pandemie. Anche peggiori di questa.

Il Nord Italia non è l’Africa: ci sono risorse mediche, strutture... Temo solo sfortuna Ma voglio tornare da voi, per studiare

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