Il Fatto Quotidiano

I Comuni in ordine sparso sui buoni spesa Il reddito d’emergenza non partirà dal Rdc

Ticket fino a 50 euro o spesa a casa. Precedenza ai chi non riceve sussidi

- CDF

La firma di Angelo Borrelli è arrivata in serata. E dunque da oggi è operativa l’ordinanza della Protezione civile che distribuis­ce ai Comuni i 400 milioni per aiutare le famiglie che non riescono a fare la spesa, dopo i primi segnali preoccupan­ti arrivati dal Sud Italia.

PER L’ANCI è un primo passo, anche se a breve servirà un rifinanzia­mento (si parla di almeno 1 miliardo). Il 75% dei fondi - 300 milioni - verrà ripartito in proporzion­e alla popolazion­e residente, il restante 25% (100 milioni) in base al reddito pro capite degli oltre 8mila Comuni. Si va dai 15 milioni per Roma ai 7,2 per Milano, dai 5,1 per Palermo ai 574 mila euro per Crotone.

Saranno i Comuni a decidere la distribuzi­one. Potranno spendere i soldi erogando buoni spesa fino a 50 euro per nucleo familiare per l’acquisto di generi alimentari ( la lista dei negozi dove spenderli verrà pubblicata online) o comprando direttamen­te generi alimentari e di prima necessità che saranno distribuit­i dalle reti di volontaria­to e terzo settore che già operano con le amministra­zioni.

La platea dei beneficiar­i sarà invece individuat­a dai servizi sociali di ogni Comune, che dovranno selezionar­e tra “i nuclei familiari più esposti agli effetti economici” e tra quelli “in stato di bisogno”. La priorità andrà alle famiglie che non percepisco­no già “un sostegno pubblico”, quindi prima a chi non riceve già il Reddito di cittadinan­za o altri aiuti.

Proprio in tema di sostegno pubblico, il governo sta lavorando al cosiddetto “Reddito di emergenza” (Rem). L’idea lanciata nei giorni scorsi dalla vice ministra dell’Economia, Laura Castelli (M5S) e confermata sabato dal premier Giuseppe Conte sarà inserita nel decreto di aprile. La cifra è ancora da definire, ma potrebbe partire dai 600 euro previsti dal decreto di marzo per partite Iva, profession­isti, co.co.co. e stagionali del turismo: è il “reddito di ultima istanza” per il quale dal primo aprile si potrà effettuare la richiesta tramite il Pin Inps e che per ora è una tantum. La nuova misura allo studio allargherà le maglie e dovrebbe riguardare tutte le persone senza reddito e senza ammortizza­tori sociali. Difficile al momento calcolare la platea. Probabile che sia destinata anche alle migliaia di lavoratori precari, insieme a colf e badanti, e a coloro a cui sta per scadere il rapporto a termine. Potrebbero non essere previsti requisiti patrimonia­li ed eliminati quelli reddituali oggi previsti per il bonus una tantum. Solo in quest’ultimo caso si potrebbe arrivare a coprire anche i lavoratori in nero, stimati in 3,7 milioni di persone. L’ipotesi è che i disoccupat­i autocertif­i

La nuova misura Un assegno (forse) da 600 euro a chi non riceve altri ammortizza­tori sociali. Le platee saranno diverse

chino la loro condizione. Il beneficio potrebbe essere attivato con un’erogazione di denaro o sotto forma di pagamento di bollette o affitti. Tutto però dipenderà dalle risorse che il governo riuscirà a stanziare.

L’unica certezza è che la misura non partità dal Reddito di cittadinan­za, per il quale il decreto di marzo ha peraltro sospeso diversi obblighi (come quello di cercare un lavoro). I 5Stelle concordano, visto che temono soprattutt­o di vedere stravolta la loro misura. Ci sarà una clausola di esclusione per evitare la sovrapposi­zione tra le due platee di beneficiar­i.

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Ansa I nuovi fondi 400 milioni ai Comuni per l’emergenza spesa

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