Le debolezze della filiera di Amazon, tra contagiati escioperinei magazzini
n nostro collega è risultato positivo al virus, ci è stato comunicato durante uno dei briefing”: a raccontarlo è uno del 1.500 lavoratori dell’hub di Amazon di Castel San Giovanni, vicino Piacenza. La zona è ad altissimo rischio per i contagi e nonostante questo, Amazon continua non solo a tenere aperto lo stabilimento, ma anche stabile la produttività a fronte dell’aumento di ordini. I lavoratori sono in agitazione, i sindacati hanno dichiarato sciopero a oltranza. Chiediamo ad alcuni di loro di raccontare cosa accade nei magazzini. “Ci è stato detto – spiegano – che il collega è stato immediatamente esonerato dal lavoro e che sono state rintracciate e mandate a casa le persone che hanno avuto contatti diretti con lui. Da lunedì avrebbero dovuto iniziare a controllare la temperatura corporea all’ingresso e distribuire le mascherine, ma non è successo. C’è disinfettante per le mani in alcuni punti strategici, salviette igienizzanti dove gli strumenti di lavoro passano di mano in mano. Ma non basta”. L’azienda, dicono, continua anche a far entrare gli interinali. sugli schermi interni all’azienda – spiega un altro lavoratore –. Ma la verità è che non in tutti i reparti può essere sempre garantita la distanza di sicurezza. Non alle timbratrici e nemmeno negli spogliatoi”.
Il lavoro nel centro di Castel San Giovanni si svolge in quattro reparti: ricevimento merci, stoccaggio, prelevamento prodotti e impacchettamento. Nella prima parte si scaricano i bancali di prodotti provenienti dai fornitori e si mettono a sistema. Poi si stoccano e si distribuiscono nelle cosiddette pick tower, scaffali che straripano di oggetti. Nella terza fase, il picker (che ha in mano uno scanner a laser e un minicomputer che gli indica i prodotti da prelevare per comporre gli ordini dei clienti) gira tra i corridoi con car
100mila
LA SCOPERTA del dipendente positivo al
Covid-19 è arrivata la settimana scorsa, agli altri è stato comunicato dopo qualche giorno. “Amazon continua a mantenere invariati i suoi cicli lavorativi, propagandando con grande zelo le regole generali fornite dal governo, con cartelli, avvisi a voce, slide rellini e contenitori nei quali mette i prodotti. Una volta pieno, il contenitore è inviato con il nastro trasportatore alla posizione dell’addetto agli imballaggi che ha una postazione con scatole a disposizione. Scansiona i pezzi, li impacchetta e sempre tramite nastro trasportatore arrivano nella zona di smistamento e quindi nei container. Nonostante l’automazione, però, secondo i lavoratori nei corridoi delle pick towerè impossibile garantire le distanze: sono stretti e le varie lavorazioni ( stow, pick e controllo qualità) spesso sono contemporanee sugli stessi scaffali. “Ci è stato detto di lasciare uscire il collega dal corridoio prima di entrare, ma così il tempo del lavoro si dilata in modo esasperante”. Agli imballaggi la situazione è migliore perché le scrivanie sono ben distanziate “tuttavia chi rifornisce le postazioni si ritrova a invadere lo spazio dell’altro lavoratore”, spiegano. Negli spogliatoi, gli armadietti sono attaccati e for
AMAZON dice di aver isolato a casa chi è stato in contatto con i positivi e di aver aumentato pulizie e misure antiassembramento
LE SIGLE sindacali han chiesto altre precauzioni, senza risultati: è stato quindi proclamato sciopero degli straordinari. Protestano anche a Passo Corese e Torrazza mano corridoi ancora più stretti. “Abbiamo solo mezz’ora di pausa, difficilmente manteniamo le distanze di sicurezza. Così come alle timbratrici, poche e troppo ravvicinate se si considera il numero di persone che più o meno nello stesso istante dovrebbero passare il cartellino”. Per giorni, i lavoratori non hanno ricevuto risposte, neanche dai sindacati. Non sanno se le Asl abbiano controllato se i processi di lavoro fossero consoni, non è stato detto loro perché non siano state sospese attività non essenziali, non gli è stato spiegato se possono scegliere di rimanere a casa e come.
Nuove assunzioni in America per far fronte all’aumento degli ordini
Le parti
CONTATTATA, Amazon ha confermato il caso positivo nel centro di Castel San Giovanni e ha detto che, in questi giorni, chi ha operato in stretto contatto con questa persona è a casa in permesso retribuito. “Abbiamo aumentato la frequenza e l’intensità delle pulizie e delle sanificazioni”, hanno aggiunto. Non sono state distribuite mascherine, ma il colosso dell’eCommerce ha previsto misure per ridurre gli affollamenti: “La sospensione dei meeting a inizio e durante il turno – spiegano – la redistribuzione delle sedie in mensa, la sospensione e l’adeguamento delle attività che non rispettano il metro di distanza, la chiusura delle docce”. Il cambio turno è stato scaglionato per evitare code ai tornelli, mentre negli spogliatoi gli addetti controllano il numero massimo di persone ammesse. Fisascat Cisl, Filcams Cgil, UilTucs e Ugl Terziario hanno chiesto altre precauzioni, ma Amazon ha detto no: i sindacati hanno quindi parlato di “mancata applicazione integrale del Protocollo tra governo e parti sociali” e proclamato uno sciopero degli straordinari. Sono in protesta anche i lavoratori di Passo Corese (Rieti) e Torrazza (Torino), dove alcuni giorni fa si era verificato il primo caso di positività al Coronavirus.