Il Fatto Quotidiano

Le debolezze della filiera di Amazon, tra contagiati escioperin­ei magazzini

- » VIRGINIA DELLA SALA E ROBERTO ROTUNNO

n nostro collega è risultato positivo al virus, ci è stato comunicato durante uno dei briefing”: a raccontarl­o è uno del 1.500 lavoratori dell’hub di Amazon di Castel San Giovanni, vicino Piacenza. La zona è ad altissimo rischio per i contagi e nonostante questo, Amazon continua non solo a tenere aperto lo stabilimen­to, ma anche stabile la produttivi­tà a fronte dell’aumento di ordini. I lavoratori sono in agitazione, i sindacati hanno dichiarato sciopero a oltranza. Chiediamo ad alcuni di loro di raccontare cosa accade nei magazzini. “Ci è stato detto – spiegano – che il collega è stato immediatam­ente esonerato dal lavoro e che sono state rintraccia­te e mandate a casa le persone che hanno avuto contatti diretti con lui. Da lunedì avrebbero dovuto iniziare a controllar­e la temperatur­a corporea all’ingresso e distribuir­e le mascherine, ma non è successo. C’è disinfetta­nte per le mani in alcuni punti strategici, salviette igienizzan­ti dove gli strumenti di lavoro passano di mano in mano. Ma non basta”. L’azienda, dicono, continua anche a far entrare gli interinali. sugli schermi interni all’azienda – spiega un altro lavoratore –. Ma la verità è che non in tutti i reparti può essere sempre garantita la distanza di sicurezza. Non alle timbratric­i e nemmeno negli spogliatoi”.

Il lavoro nel centro di Castel San Giovanni si svolge in quattro reparti: riceviment­o merci, stoccaggio, prelevamen­to prodotti e impacchett­amento. Nella prima parte si scaricano i bancali di prodotti provenient­i dai fornitori e si mettono a sistema. Poi si stoccano e si distribuis­cono nelle cosiddette pick tower, scaffali che straripano di oggetti. Nella terza fase, il picker (che ha in mano uno scanner a laser e un minicomput­er che gli indica i prodotti da prelevare per comporre gli ordini dei clienti) gira tra i corridoi con car

100mila

LA SCOPERTA del dipendente positivo al

Covid-19 è arrivata la settimana scorsa, agli altri è stato comunicato dopo qualche giorno. “Amazon continua a mantenere invariati i suoi cicli lavorativi, propaganda­ndo con grande zelo le regole generali fornite dal governo, con cartelli, avvisi a voce, slide rellini e contenitor­i nei quali mette i prodotti. Una volta pieno, il contenitor­e è inviato con il nastro trasportat­ore alla posizione dell’addetto agli imballaggi che ha una postazione con scatole a disposizio­ne. Scansiona i pezzi, li impacchett­a e sempre tramite nastro trasportat­ore arrivano nella zona di smistament­o e quindi nei container. Nonostante l’automazion­e, però, secondo i lavoratori nei corridoi delle pick towerè impossibil­e garantire le distanze: sono stretti e le varie lavorazion­i ( stow, pick e controllo qualità) spesso sono contempora­nee sugli stessi scaffali. “Ci è stato detto di lasciare uscire il collega dal corridoio prima di entrare, ma così il tempo del lavoro si dilata in modo esasperant­e”. Agli imballaggi la situazione è migliore perché le scrivanie sono ben distanziat­e “tuttavia chi rifornisce le postazioni si ritrova a invadere lo spazio dell’altro lavoratore”, spiegano. Negli spogliatoi, gli armadietti sono attaccati e for

AMAZON dice di aver isolato a casa chi è stato in contatto con i positivi e di aver aumentato pulizie e misure antiassemb­ramento

LE SIGLE sindacali han chiesto altre precauzion­i, senza risultati: è stato quindi proclamato sciopero degli straordina­ri. Protestano anche a Passo Corese e Torrazza mano corridoi ancora più stretti. “Abbiamo solo mezz’ora di pausa, difficilme­nte manteniamo le distanze di sicurezza. Così come alle timbratric­i, poche e troppo ravvicinat­e se si considera il numero di persone che più o meno nello stesso istante dovrebbero passare il cartellino”. Per giorni, i lavoratori non hanno ricevuto risposte, neanche dai sindacati. Non sanno se le Asl abbiano controllat­o se i processi di lavoro fossero consoni, non è stato detto loro perché non siano state sospese attività non essenziali, non gli è stato spiegato se possono scegliere di rimanere a casa e come.

Nuove assunzioni in America per far fronte all’aumento degli ordini

Le parti

CONTATTATA, Amazon ha confermato il caso positivo nel centro di Castel San Giovanni e ha detto che, in questi giorni, chi ha operato in stretto contatto con questa persona è a casa in permesso retribuito. “Abbiamo aumentato la frequenza e l’intensità delle pulizie e delle sanificazi­oni”, hanno aggiunto. Non sono state distribuit­e mascherine, ma il colosso dell’eCommerce ha previsto misure per ridurre gli affollamen­ti: “La sospension­e dei meeting a inizio e durante il turno – spiegano – la redistribu­zione delle sedie in mensa, la sospension­e e l’adeguament­o delle attività che non rispettano il metro di distanza, la chiusura delle docce”. Il cambio turno è stato scaglionat­o per evitare code ai tornelli, mentre negli spogliatoi gli addetti controllan­o il numero massimo di persone ammesse. Fisascat Cisl, Filcams Cgil, UilTucs e Ugl Terziario hanno chiesto altre precauzion­i, ma Amazon ha detto no: i sindacati hanno quindi parlato di “mancata applicazio­ne integrale del Protocollo tra governo e parti sociali” e proclamato uno sciopero degli straordina­ri. Sono in protesta anche i lavoratori di Passo Corese (Rieti) e Torrazza (Torino), dove alcuni giorni fa si era verificato il primo caso di positività al Coronaviru­s.

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LaPresse Catena di montaggio Lo stabilimen­to Amazon di Castel San Giovanni a Piacenza
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