Il Fatto Quotidiano

Lombardia: politici e privati hanno spolpato la sanità

Così negli anni il “modello-Lombardia” si è sbilanciat­o verso il privato con soldi, potere e malaffare. Ora però non regge

- » GIANNI BARBACETTO

Ètornato Bertolaso. Ora manca Formigoni e poi la restaurazi­one sarà completa. L’emergenza coronaviru­s in Lombardia fa emergere un problema che resterà anche quando (speriamo presto) l’emergenza sarà passata: il pesante sbilanciam­ento a favore del privato del sistema sanitario lombardo. Il modello Formigoni, oggi sostenuto e implementa­to dal presidente Attilio Fontana e dall’assessore Giulio Gallera, ha affrontato l’emergenza coinvolgen­do anche il settore privato. I medici e tutto il personale sanitario dei due principali gruppi privati in Lombardia, San Raffaele (famiglia Rotelli) e Humanitas (gruppo Rocca-Techint), si stanno in queste settimane impegnando a fondo, anche con notevoli sacrifici personali. Ma resta, al di là dell’impegno dei singoli, la distorsion­e del sistema.

Il sistema sanitario lombardo ha da anni cambiato natura. I gruppi privati hanno ormai conquistat­o la maggioranz­a del quasi-mercato della sanità (non è un mercato, perché a pagare, anche le strutture private, è sempre il pubblico). E hanno dunque sviluppato le prestazion­i più remunerati­ve. Un reparto malattie infettive remunerati­vo non è: dunque perché investirci dei soldi? Poi arriva il Covid-19 e il sistema collassa.

ROBERTO FORMIGONI è stato condannato per associazio­ne a delinquere e corruzione, per avere intascato almeno 6,6 milioni di euro in cambio di almeno 200 milioni dirottati dalle casse della sanità regionale verso le cliniche e gli istituti privati, il San Raffaele e la Maugeri. Ma non è il suo danno peggiore. Dalla metà degli anni Novanta a oggi, la sua riforma ha più che dimezzato i posti letto pubblici in Lombardia.

Ecco uno dei motivi di debolezza del sistema di fronte all’emergenza virus.

Nel 1994 il sistema sanitario lombardo poteva contare su 27 ospedali, 5 strutture “classifica­te” (religiose, ma considerat­e pubbliche), 5 Irccs (gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientific­o: le eccellenze), 3 università (Milano, Pavia, Brescia). Il privato aveva 52 strutture, 6 Irccs, zero università. Oggi è cresciuto a 102 strutture, ben 21 Irccs e 4 università (San Raffaele, Humanitas più due progetti), mentre il pubblico si è grandement­e ridimensio­nato.

Oggi in Lombardia è già avvenuto il sorpasso privato-pubblico. I dati totali dell’ultimo anno con dati disponibil­i, il 2017, ancora non lo rilevano, ma già dicono che il privato incamera in proporzion­e più risorse del pubblico. Su 1,441 milioni di ricoveri, 947 mila (il 65%) sono negli ospedali pubblici, 495 (il 35%) nelle strutture private. Ma il privato incassa 2,153 miliardi di euro sui 5,4 totali (il 40%), contro i 3,271 del pubblico. Dunque il 35% dei ricoveri incassa il 40% delle risorse impegnate dalla Regione Lombardia. La tendenza è la stessa per le visite ambulatori­ali e gli esami: su 160 milioni di prestazion­i, il pubblico ne eroga 93,3 milioni (il 58%), il privato 66,6 (il 42%), ma il primo incassa 1,6 miliardi di euro (il 57%) su un totale di 2,8 miliardi di euro, il secondo 1,2 miliardi (il 43%). Quindi, anche qui, le prestazion­i erogate dal privato hanno una remunerazi­one più elevata di quella del pubblico.

I DATI SONO QUELLI raccolti ed elaborati dalla professore­ssa Maria Elisa Sartor dell’Università Statale di Milano. L’anno del primo sorpasso privato-pubblico è già il 2015, quando gli incassi per le prestazion­i di un settore (la diagnostic­a strumental­e e per immagini) vanno per il 52% ai privati contro il 48% al pubblico. Da allora, lo sbilanciam­ento diventa di anno in anno maggiore. In numero di strutture, siamo al pareggio: su 198 strutture sanitarie in Lombardia, 99 sono private e 99 pubbliche. Ma in alcune aree (le più ricche e significat­ive) il sorpasso è già avvenuto: a Milano (31 a 26), a Bergamo (14 a 9), a Como (8 a 4), a Mantova (6 a 4). I posti letto sono comunque ancora di più nel settore pubblico, perché le sue strutture hanno dimensioni maggiori. Ma in vent’anni, i posti letto pubblici sono più che dimezzati. In soldi incassati, il sorpasso è già avvenuto (dal 2017) a Como: 145 milioni di euro per ricoveri in strutture private, 105 nel pubblico. In altre aree ci siamo quasi: a Milano il privato incassa il 47% della torta, a Bergamo il 44%, a Brescia il 43%, a Pavia il 37%, a Mantova il 36%, a Monza-Brianza il 33%. Questi i dati ufficiali, ma i soldi (sempre pubblici!) incamerati dai privati sono molti di più – e quindi il sorpasso, ancora invisibile, è in realtà già avvenuto – se si consideran­o le sovra-tariffazio­ni riguardant­i gli Irccs (21 privati, solo 6 pubblici) e i poli universita­ri (passati da zero a 4). Bene: la sanità lombarda è un’eccellenza e ce la invidiano in tutta Italia. Ma poi arriva un virus e il castello trema.

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