4. IL RE DEL CACHEMIRE CUCINELLI
“Paura nel 2019, oggi più forti”
Siamo a inquietarci sul nostro destino mentre lui, nel castello di Solomeo, pensa al cachemire da piazzare agli esseri umani in buona salute e soprattutto con ottimo portafoglio. “Le rispondo con la preghiera di Tommaso Moro: o mio Signore, aiutami ad accettare ciò che io non posso cambiare”. Ammetterà che nel tempo della simil peste, che conduce continuamente il pensiero allo sconforto, i ricami di Brunello Cucinelli sembrano un fuor d’opera.
Sa che ho fatto? Ho riunito tutti i dipendenti, ci siamo messi seduti e ho detto loro: tentiamo di pensare al coronavirus il meno possibile, restiamo concentrati su quel che dobbiamo fare e sappiamo fare. Non abbiamo altra scelta, e non c’è altra salvezza che questa. I suoi sarti non devono aver paura? Devono cucire pensando alla fashion week mentre tut t’intorno la società si rinserra e sbanda?
Io ebbi paura nel 2009, quando una crisi finanziaria dal vento apocalittico fece saltare il banco dell’economia mondiale. Allora veramente non si sapeva dove quel gorgo furioso ci avrebbe trascinati. E lì convocai una riunione straordinaria. Dissi: abbiamo soldi in cassa per un anno e mezzo. Quindi prima cosa: calma e tranquillità. Abbiamo un po’ di tempo per capire cosa succede. Non ero ottimista e avevo un decimo del fatturato di oggi.
Oggi il cachemire di Cucinelli fattura 603 milioni di euro. Forbes lo ha iscritto tra i 50 Paperoni d’Italia. Oggi siamo più forti. E io sono più ottimista. Perché dalla Cina già chiedono di ripartire, da Shanghai già mi dicono: allora che facciamo?
È un virus misterioso e bugiardo. Un giorno blando, un giorno letale. Innocuo per alcuni, mortale per altri.
Porta angoscia, lei non ne ha?
Io ho fiducia nei medici.
Tiene a mente le prescrizioni? Non mi muovo dal mio covo, dalla mia casa. Abbiamo preso le misure utili e quelle necessarie. In mensa non ci andiamo più tutti insieme, ma divisi in tre turni e teniamo le distanze.
Le vendite proseguono. I ricchi hanno meno paura?
Sa che nell’azienda il reparto che si occupa delle riparazioni si sta ingrandendo? Vendere è importante. Ma anche conservare lo è. Rilucidiamo le scarpe, rimettiamo a posto i maglioni. Dobbiamo consumare con più intelligenza.
Lei però ha l’obiettivo di vendere sempre più.
Resto qui, nel mio covo, nella mia casa In fabbrica abbiamo preso le misure necessarie, teniamo le distanze
Non è vero. Io ci tengo che un mio capo viva anni e anni, anzi decenni. Questa crisi ci trova nel periodo meno produttivo, e per noi un po’ più gestibile. Ci sono le ferie da fare, si può allentare un pochino la corsa.
Le cifre cosa le dicono?
Non ho ancora fatto i conti. Non sarà splendido quest’anno, però credo che non sia comparabile con la disgrazia del 2009. Il virus è corso verso di noi in un baleno. La globalizzazione produce questi effetti collaterali. Ma come è corso, così andrà via. Stiamo subendo il peggio, ma verrà il tempo del meglio.
È un virus democratico. Fa venire la febbre a ricchi e poveri.
È così.
La sanità è povera, lei è ricco.
Ero all’ospedale di Perugia quando si pianificò la giornata di preparazione al rischio coronavirus. Mi conoscono bene, ma posso dirle? Mi conosce bene l’Italia. Un tizio, poco tempo fa, è venuto a propormi di spostare la sede in Lussemburgo. Gli ho risposto: queste cascine non hanno le ruote. Vivo qui, lavoro qui, produco ricchezza qui, pago le tasse qui.
Be’, di questi tempi già è una notizia.
E a Natale, ogni Natale, si fa il conto di ciò che si può destinare alla solidarietà.
È ammirevole, ma lei sa che per un ricco essere generosi è assai più facile.
Lei mi ha chiesto e io ho risposto. Se avessi taciuto come mi avrebbe giudicato?
Brunello Cucinelli è l’imprenditore filogovernativo per antonomasia. Per principio sto col governo.
Qualunque governo? Qualunque. A parte gli sbruffoni. Lei è di quelli che oggi chiedono a Conte di non dire bugie sulla malattia? Come se la verità fosse una necessità soltanto quando la nostra vita è in pericolo. Una cosa speciale per un bisogno particolare. Passata la buriana si potrà riprendere a contare frottole.
Mi sono venuti a trovare dei monaci buddisti e mi hanno ricordato che ci sono tre cose al mondo che non si possono nascondere: il sole, la luna e la verità.