Il Fatto Quotidiano

Rai, l’intervista ad Assad diventa caso diplomatic­o

Il colloquio tra Maggioni e il siriano non va in onda. Damasco furiosa: “La pubblichia­mo noi”

- » GIANLUCA ROSELLI

Un vero incidente diplomatic­o con la Siria. Per un clamoroso pasticcio tutto interno alla Rai. Che fa ben capire come (non) funzionano le cose nella tv pubblica.

Un vero incidente diplomatic­o con la Siria. Per un clamoroso pasticcio tutto interno alla Rai. Che fa ben capire come (non) funzionano le cose nella tv pubblica. Parliamo dell’intervista di Monica Maggioni al controvers­o presidente siriano Bashar al-Assad. Maggioni, giornalist­a ed ex presidente della Rai, ora è ad di RaiCom, una delle consociate della tv pubblica. E già qui c’è una prima anomalia: con gli oltre 1.700 giornalist­i della tv di Stato, perché a intervista­re Assad ci va lei, che ora ricopre un ruolo managerial­e? L’idea, però, è della stessa Maggioni, che è stata inviata di guerra e Assad lo aveva già intervista­to in passato. Insomma, ha i contatti giusti e così chiede un’intervista al presidente siriano.

VERSO LA FINE di novembre l’intervista viene accordata. A quel punto, secondo la ricostruzi­one con diverse fonti, Maggioni va da dall’ad Rai, Fabrizio Salini. “C’è l’opportunit­à di intervista­re Assad. Che faccio, vado?”, gli chiede. “Vai. Poi vediamo dove mandarla in on da”, la risposta di Salini. Maggioni va a Damasco e fa l’intervista martedì 26 novembre, poi torna in Italia e avverte Salini. I due concordano che, per la durata, la cosa migliore è trasmetter­la su Rainews24. Così la sera di sabato 30 novembre, Maggioni propone l’intervista al direttore Antonio Di Bella. Qui le versioni divergono. Secondo Maggioni, Di Bella dice subito sì e imbastisce uno speciale per il lunedì sera successivo, 2 dicembre. Nel frattempo, domenica 3, la giornalist­a avverte Damasco che l’intervista sarebbe andata in onda la sera dopo. Secondo Rainews, invece, prima di accettare, Di Bella chiede di vedere l’intervista. Che però gli viene inviata solo il lunedì nel tardo pomeriggio in un formato di 20 minuti già montato.

Nel frattempo la redazione è in subbuglio: perché prendiamo a scatola chiusa un’intervista di un’esterna senza dire niente? Alla fine Di Bella, dopo essersi consultato con Salini, decide di non mandarla in onda per due motivi: primo, non era uno scoop; secondo, perché l’Usigrai aveva fatto notare che si era di fronte a una procedura anomala che avrebbe creato problemi. Uno spezzone d’intervista poi viene offerto al direttore del Tg1 Giuseppe Carboni, che rifiuta per gli stessi motivi. Insomma, un gran casino soprattutt­o per Salini, che si trova sul groppone un’intervista che nessuno vuole.

Poi ci sono i siriani. Che vogliono sapere perché l’intervista non va in onda, visto che “secondo gli accordi presi, sarebbe dovuta andare su Rainews il 2 dicembre”.

DAMASCO, dove le beghe interne Rai non sono note, la butta in politica. “Questo è un ulteriore esempio dei tentativi occidental­i di nascondere la verità sulla situazione in Siria. Se Rainews continuerà a rifiutarla, la tv siriana la trasmetter­à integralme­nte lunedì 9 dicembre (questa sera, ndr)”. “L’intervista non è stata effettuata su commission­e di alcuna testata Rai. Pertanto non poteva venire concordata a priori una data di messa in onda”, la replica di Salini. Interviene anche il presidente, Marcello Foa: “Chi ha mandato Maggioni a Damasco? Con quali accordi?”. E il corto circuito con Damasco ieri ha scatenato anche le reazioni della politica italiana. Stasera, dunque, l’intervista finirà sulla tv siriana. L’accordo di Maggioni, infatti, prevedeva che la tv araba ne avesse una copia. E, vista l’insistenza siriana, l’intervista dev’essere molto piaciuta ad Assad.

La replica L’ad Fabrizio Salini: “Non è stata commission­ata da alcuna nostra testata”

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Ansa Monica Maggioni, amministra­tore delegato di Rai Com

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