Le date: 19 e 27 ottobre
RITORNO ALLA PIAZZA Per Salvini, Berlusconi e Meloni, l’appuntamento è il 19 ottobre nella Capitale, in piazza San Giovanni per “la giornata dell’orgoglio italiano”. Quella che è definita “manifestazione del popolo” rappresenta il probabile punto di (ri)partenza del centrodestra. Una mobilitazione che ricorda moltissimo quella organizzata dallo stesso Cavaliere, che nel 2006 usò il luogo simbolo dell’aggregazione di sinistra per lanciare la sfida all’allora premier Romano Prodi sulla Finanziaria.
ATTACCO ALLE REGIONALI Il centrodestra fa le prove generali per quando si presenterà unito alla prossime elezioni regionali. E punta all’Umbria, dove proverà a varcare le porte di quella che è ritenuta una tradizionale roccaforte “rossa”. C’è accordo anche sul nome della candidata, la leghista Donatella Tesei. L’esito del voto del 27 ottobre è incerto: la sinistra stenta a riprendere quota dopo lo scandalo sulla Sanità che ha travolto l’ex governatrice Catiuscia Marini, del Pd, che si è dimessa, mandando la regione ad elezioni anticipate. E Salvini ne sta già approfittando, girando l’Umbria a suon di slogan in vista del rush finale.
Si vedrà “territorio per territorio”, ma sull’alleanza coi 5 Stelle “non bisogna avere paura di t en ta r e”. Dopo gli ammiccamenti dei giorni scorsi, è il segretario del Pd Nicola Zingaretti a ribadire la linea sulla possibile intesa Pd-M5S nelle prossime elezioni regionali, caldeggiata prima di tutto per evitare, sulla scia di quanto avvenuto a Roma, l’avanzata leghista alle urne. Ieri Zingaretti ha prima negato l’esistenza di trattative, già confermate invece da più voci all’interno dello stesso Pd, per poi rilanciare quanto già auspicato a mezzo stampa da alcuni big come Dario Franceschini e Francesco Boccia: “Penso che dovremmo tentare. Se si è fatto un tentativo per governare il Paese perché non tentare, rispettando le autonomie dei territori?”.
Sconsiglio di parlare di alleanze a livello locale con il M5S, ma non vuol dire che sconsiglio di farle. Ci sono molti punti di convergenza
È LA LINEA della maggioranza del partito, sposata ieri anche dal sindaco di Milano Beppe Sala che però, fiutando l’aria, ha suggerito una certa prudenza nelle dichiarazioni: “Sconsiglio di parlare di alleanze a livello locale con il Movimento, ma non vuol dire che sconsiglio di farle. Ci sono molti punti di convergenza su tanti temi”. Parole non casuali, perché in effetti il nodo delle intese regionali è l’ennesimo motivo di divergenze all’interno del Pd, incapace al momento di trovare una sintesi. Ieri per tutto il giorno il partito è andato in ordine sparso, evidenziando però forti frenate