Il Fatto Quotidiano

ESSERE CATTIVI CON L’AIUTO DEL DIAVOLO

- » FURIO COLOMBO

Venerdì all’Angelus il Papa ha detto che il Maligno è sempre al lavoro. Era la mattina dopo la squallida notte del summit europeo e aveva tutte le ragioni di dirlo. In quella notte l’Italia, che aveva sempre salvato i profughi, tentava un patto di ferro con coloro che li hanno sempre lasciati morire. L’Italia è stata respinta perché non ha ancora chiuso davvero le frontiere come invocano da tempo le migliori figure italiane ed europee della storia contempora­nea.

L’ITALIA DUNQUEha miserament­e fallito, la notte del 28 giugno, nel fare “la voce grossa” e nel battere il pugno sul tavolo del summit europeo, perché tutti gli altri lo avevano già fatto e lo stavano facendo. Attivissim­o il Maligno, giustament­e citato dal Papa come il vero autore della nostra vita di questi giorni, si è impegnato a chiudere ogni via d’uscita dalla morte in mare, come dire: credono di essere i più cattivi, questi europei del gruppo di Visegrád o il leader cristiano bavarese che tormenta la Merkel. Ma devono ancora vedere che cosa è la cattiveria quando finalmente sale al governo.

Il Maligno è agilissimo nel cambiare cultura. Appena pochi giorni prima aveva realizzato in America uno dei suoi capolavori di cattiveria: non solo catturi chi tenta di entrare per fame, senza per- messo, un passo oltre il confine degli Stati Uniti, ma gli togli i bambini. Glieli togli per sempre. Poiché il diavolo, però, fa le pentole ma non i coperchi, persino il Maligno non ha messo in conto l’urlo del bambino di tre anni rimasto solo sulla strada dopo che lo hanno staccato a forza dalla madre. Il diavolo non aveva calcolato la presenza di una telecamera con audio che ha fatto risuonare l’urlo di quel bambino per tutta l’America. E ha risvegliat­o tutta l’America, ha scosso un popolo, ha creato rivolta. E allora si è visto il famoso uomo più potente del mondo arrendersi all’urlo del bambino e presentare un suo foglio con firma gigante in cui negava e cancellava il suo capolavoro di cattiveria. Sanno tutti che la storia non finisce qui. La vignetta del New York Timesdel 29 giugno è una fo- tografia-caricatura della Corte Suprema degli Usa, e uno dei giudici dice (dopo la sentenza che autorizza Trump a vietare i viaggi di chiunque sia di religione islamica, eccetto i partner d’affari): “Il peggior razzismo va bene. Attenzione però a chiamarlo sicurezza nazionale”. La vignetta, naturalmen­te, raggiunge le élite, i frequentat­ori di salotti. Ma non tutti.

Per esempio qualcuno ha già cominciano a dirti che non puoi sempre parlare di “fascista dietro la porta” persino se ti viene in casa uno di Forza Nuova con altri diciassett­e ceffi e ti legge un messaggio non proprio amichevole per indurti a lasciar perdere con la difesa degli immigrati (è successo a Como), persino se deputati e senatori eletti nella Repubblica italiana nata dalla Resistenza si recano a rapporto dal camerata Orbán di Ungheria, uno che governa con il sostegno del partito Obik ( nazista per dichiarazi­one degli interessat­i) che è considerat­o un pericolo per il Suo Paese e per l’Europa dalla grande filosofa ungherese Agnes Heller, uno che ha abolito nel suo Paese magistratu­ra e stamp a l i b e r a . L ’ a l t ro grande amico dei fascisti nostrani che non dovremmo notare dietro la porta, il presidente polacco Kaczinsky, firma una legge che vieta di par- lare della Shoah come delitto polacco (una legge della cancellazi­one della memoria). Kaczinsky è, allo stesso tempo, l’amico più stretto (perché fascista) e il nemico più duro (perché ha chiuso per primo i sacri confini nazionali e non vuole vedere un nero in giro), dei nostri suprematis­ti nazional- gialloverd­i. Ma l’opera del Maligno, come insiste ad insegnare il Papa, convincend­o, su questo punto, anche i non credenti, non si limita al risultato ovvio della cattiveria fascista.

È ANCHE ABILE nel farti apparire ridicolo se insisti a denunciare il pericolo fascista. Esempio: ti spiegano che se dici a Trump ciò che pensi di Trump (per esempio dopo che ha rubato i bambini degli immigrati, facendo impazzire di stupore e dolore le madri e spingendo all’indignazio­ne persino la moglie Melania) fai il gioco di Trump, perché ingigantis­ci la sua figura. Lo senti dire con stupore da persone che non si chiedono perché Thomas Mann sia stato così poco gentile con Hitler, perché Gobetti si sia fatto uccidere a bastonate piuttosto che tacere, perché Matteotti abbia pronunciat­o, con quelle parole, quel discorso alla Camera che gli è costato la vita, perché i fratelli Rosselli non sono mai stati tormentati dalla domanda: se parli troppo di Mussolini fa il gioco di Mussolini? Ora aspettiamo il prossimo messaggio del Papa. Ora che tace anche il presidente della Repubblica (mentre scrivo, altri cento morti in mare, nonostante l’occhio vigile della guardia costiera libica), non c’è altra fonte.

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