Il Fatto Quotidiano

“Rai, destra in astinenza: ma dopo il voto c’è posto per tutti”

L’inciucio aiuterebbe Maggioni-Orfeo

- » GIANLUCA ROSELLI

Alla fine della chiacchier­ata che ha scandito l’appuntamen­to a pranzo, il dirigente Rai estrae una penna e su un foglietto di bloc notes delinea tre scenari. Vittoria del centrodest­ra: Forza Italia e Lega tornano a mettere le mani su Viale Mazzini dove da anni non toccano palla; stallo istituzion­ale e inciucio Pd-Forza Italia: rafforzame­nto della coppia Orfeo-Maggioni e possibile proroga dell’intero vertice (in scadenza a luglio); governo Di Maio col centrosini­stra: doppio punto interrogat­ivo, buio totale. Anzi tripla: 1, X, 2. Siamo in zona Prati, a Roma, in uno dei bistrot più frequentat­i dal popolo Rai. È qui che dipendenti di ogni ordine e grado sciamano a pranzo e nelle chiacchier­e, tra un menù bio e un’insalata, non si parla d’altro: cosa succederà dopo il 4 marzo? Perché è in Viale Mazzini che s'intuisce prima di qualsiasi altro posto dove tira il vento. Le previsioni si fanno annusando lo stato d’animo di giornalist­i e dirigenti targati centrodest­ra o Pd. I primi, in queste ore, sono di ottimo umore, i secondi invece depressi. Attenzione, però. Non succederà come le altre volte, quando ci si preparava all’assalto alla diligenza e Piero Vigorelli, dopo la vittoria berlusconi­ana del ‘94, si aggirava per via Teulada con la bandiera di Forza Italia al collo. “Questa volta tutto avverrà in maniera soft, perché ora la situazione è più fluida e i nemici di oggi possono diventare in breve tempo gli amici di domani. Con questa legge elettorale, poi, si rischia l’ingovernab­ilità e tutti stanno parati, nessuno si sbilancia troppo. La sensazione però è che ci sarà posto per tutti”, racconta il dirigente.

COSÌ NEL CENTRODEST­RA si scalpita, ma con juicio. Gennaro Sangiulian­o, per esempio, è in pole position per diventare il prossimo direttore del Tg1; Susanna Petruni (vicedirett­ore Rai Parlamento) è tornata a tifare per Silvio; Antonio Preziosi già si vede sull’aereo di ritorno da Bruxelles a Roma; Francesco Giorgino scalpita per avere di più; Nicola Rao vorrebbe uscire dalla gabbia dorata dei Tg regionali; Angelo Mellone (capostrutt­ura a Raiuno) coltiva le sue aspirazion­i tenendo d’occhio il risultato di FdI. Poi c’è la Lega, che, numeri alla mano, potrebbe giocare la parte del leone, ma è senza uomini. “Vedrai quanti qui dentro si scoprirann­o leghisti il 5 di marzo, dal romanesco inizierann­o a parlare in bergamasco…”, sorride il no- stro interlocut­ore. L’unico dirigente targato Lega è sempre Antonio Marano, che ha preso l’interim di Rai pubblicità, stoppando il renziano Mauro Gaia, e lì vorrebbe restare. Ma su come siano i rapporti tra Marano (un tempo maroniano) e Salvini nessuno si sbilancia.

QUESTE SONO le chiacchier­e che si fanno dentro e fuori Viale Mazzini. Davanti alle macchinett­e del caffè o nelle pause pranzo. Ai tavoli di “Dante” o “Vanni”, di “Antonini” o “Settembrin­i”, di “Calembour” o “Sette Gradi Nord”. Ma pure quelli della new entry “Madeleine”. Attenzione, però, perché se fino a poco tempo fa Mario Orfeo sembrava destinato a un’indolore uscita di scena insieme a Monica Maggioni, ora non è più così. Perché un possibile stallo istituzion­ale, o un governo di larghe intese Pd-Forza Italia, potrebbe allungare la vita a entrambi. Infatti l’ex direttore del Tg1 in vista del 4 marzo viene descritto “di ottimo umore, con una buona parola per tutti”. “Dalla sua Orfeo può vantare i buoni risultati di Raiuno dove, oltre a Sanremo e Montalbano, un po’ tutto è in risalita, compreso Fazio, mentre l’unico neo resta Domenica in. Vanno male, invece, Raidue e Raitre, dove Andrea Fabiano e Stefano Coletta rischiano”, fa notare il nostro dirigente. In caso contrario, invece, per l’attuale dg si profilereb­be un ritorno a Repubblica (al posto di Calabresi?) o addirittur­a un ingresso a Mediaset (un po’di cattivo gusto), mentre Maggioni si è tenuta come via d’uscita il canale Rai in inglese, di cui già si occupa. Chi sostituirà presidente e dg? Internamen­te scalpitano l’ad di Rai cinema, Paolo Del Brocco, e la direttrice di Raifiction, Eleonora Andreatta. In caso di vittoria del centrodest­ra, invece, è pronto Stefano Parisi: una ricompensa berlusconi­ana a fronte della candidatur­a “a perdere” nel Lazio. In casa renziana, invece, avanza il nome di Giorgio Gori nel caso di una sconfitta in Lombardia. Nel post voto conteranno molto i rapporti con gli uomini della comunicazi­one renziana: Filippo Sensi e Marco Agnoletti. La grande incognita, invece, è un governo M5S-Pd-Leu. “In quel caso l’esito è imprevedib­ile”, conclude il nostro interlocut­ore. Questa sarebbe tutta un’altra partita, dove un ruolo determinan­te potrebbe essere giocato dall’ex presidente della commission­e di Vigilanza, Roberto Fico.

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Ansa Febbre da cavallo Antenne dritte in Viale Mazzini. Nella foto, Mario Orfeo e Monica Maggioni
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