Il Fatto Quotidiano

Conflitti fra grandi potenze, rischio mai così alto dalla fine della Guerra Fredda

Siria, Iran, Coree ecc.: troppe tensioni

- G.G.

Per

una volta – ma non è la prima -, la scienza e l’intelligen­ce sono d’accordo. “Il rischio di conflitti nel mondo, anche tra le grandi potenze, non è mai stato così alto dalla fine della Guerra Fredda”: lo dice il direttore de ll ' i nt ell ig en ce Usa Dan Coats, in audizione al Congresso. Cina e Russia vogliono espandere, in modo aggressivo, la loro influenza; la Corea del Nord e le tensioni tra Iran e Arabia Saudita sono i focolai di rischio peggiori. Coats parla mentre i ministri degli Esteri, a Kuwait City, e della difesa, a Roma, della Coalizione anti-Isis a guida Usa si consultano cercando di dare un senso al conflitto che prosegue in Siria, dove i protagonis­ti non possono più nascondere dietro il paravento del comune nemico, lo Stato islamico, le loro priorità: americani e alleati anti russi e iraniani pro-Assad, turchi contro curdi. Il parere del capo dell’intelligen­ce Usa coincide con quello della Federation of atomic scientists, che dal 1947 indica con l’Orologio dell’Apocalisse quanti minuti mancano al Giudizio Universale dell’olocausto nucleare: il momento più buio era finora stato nel 1953 (due minuti alla mezzanotte), per la proliferaz­ione dell’atomica nel pieno della Guerra di Corea, il più sicuro nel 1991, con la fine della Guerra Fredda (17 minuti). Adesso, siamo di nuovo a– 2’: il Mondo non è mai stato più pericoloso, proprio come dice Coats.

CHE SE LA PRENDEcon l’Europa, le cui incertezze “indebolisc­ono l’Occidente”, e con la Russia, che mesta nei voti altrui e che profitterà dei Mondiali di Calcio per un giro di vite antiterror­ismo (e, ovviamente, anti-opposizion­e).

Le riunioni di Kuwait City e Roma confermano l’impegno militare anti-Isis e sollecitan­o “moderazion­e” alla Turchia, un Paese della Nato, che sta attaccando i curdi ad Afrin. Mosca accusa Washington di volere “un quasi Stato” a Est dell’Eufrate, sottratto al controllo di Assad, e avverte che ci sarà una provocazio­ne con i gas a Idlib, da parte di al Nousra, già vicina a al Qaida. Suona quasi una copertura a priori di un attacco coi gas del regime.

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Il segretario alla Difesa Usa, Jim Mattis, con il ministro Pinotti
Ansa Tutti armati in nome dell’Isis Il segretario alla Difesa Usa, Jim Mattis, con il ministro Pinotti

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