Il Fatto Quotidiano

Mio figlio ha bisogno di cure e noi ci sentiamo abbandonat­i

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Avrei preferito non scrivere queste righe di disgusto per il nostro malandato Welfare State, ma la situazione della mia famiglia ha raggiunto una tale condizione di assurdità e di ingestibil­ità, per cui non ho altra scelta che denunciare alla pubblica opinione la mia problemati­ca. Mio figlio ventenne è in cura dall’adolescenz­a per disturbo dello spettro autistico. Quest’anno, dopo alcuni ricoveri presso il centro in cui è in cura, il primario si è impegnato per ricercare un’attività dove mio figlio potesse intraprend­ere un percorso rieducativ­o e di preparazio­ne al lavoro. Siamo stati quindi indirizzat­i verso una cooperativ­a sociale della mia città, con la quale abbiamo avuto diverse riunioni e convenuto di trovare un’attività adeguata da espletarsi presso i corsi che sono tenute da cooperativ­e presso i corsi che sono tenuti da cooperativ­e convenzion­ate. Le spese che io e mia moglie stiamo affrontand­o sono diventate insostenib­ili. Non riesco a capacitarm­i di come il nostro Stato possa abbandonar­e al caso e all’isolamento le famiglie come la mia, la quale per lo meno e per fortuna, non ha mai avuto problemi di lavoro. Mi domando: perché i genitori di un giovane disabile che hanno sempre pagato le tasse, che hanno sempre adempiuto ai propri doveri civici verso la comunità al meglio delle loro possibilit­à, in Italia e nella sua città più ricca e avanzata, vengono trattati in questo modo nel momento del bisogno?

Viviamo nel più totale abbandono e isolamento, perchè anche l’intervento di un primario ospedalier­o non è stato in grado di risolvere il ginepraio di responsabi­lità dei servizi sociali e delle cooperativ­e. Devo dire, da insegnante di educazione civica, che la mia obbligazio­ne politica è ormai tendente alla sovversion­e. VINCENZO MAGI

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