Scuola, banche, Pa, lavoro La fiera dell’incompetenza
Gentiloni diffida dei dilettanti al potere e fa bene: anche i suoi esecutivi però...
Il “Rischiatutto” no, per favore. È Paolo Gentiloni che lo chiede agli elettori: votate chi vi pare, ma scegliete qualcuno che sappia governare. Sottotesto: qualcuno come me, come noi, “la squadra del Pd”. Il consiglio è di certo sensato, il sottotesto, per così dire, è quantomeno in conflitto di interessi tanto con la caccia ai voti quanto con la realtà. Difficile trovare, a memoria, una legislatura più densa di fallimenti nell’arte del governo: una sorta di ricorrente funerale della tecnica politica e del drafting legislativo, in sostanza la tecnica di redazione delle norme. Una breve e incompleta rassegna dei fallimenti è più che sufficiente a chiarire che il Rischiatutto è già il nostro mondo.
LEGGE ELETTORALE. È, come si dice, la più politica delle leggi e nel primo anno di legislatura abbiamo assistito alla dichiarazione di incostituzionalità del Porcellum voluto dal centrodestra nel 2006. Questo Parlamento, basato dunque su una maggioranza eletta con un sistema illegittimo (l’abnorme premio di maggioranza), ha allora prodotto l’Italicum (“tra 5 anni ce lo copieranno tutti”, vaticinava Renzi): un anno fa la Consulta ha bocciato anche l’abnorme premio di maggioranza che il ballottaggio dell’Italicum assegnava al vincitore. Il Pd ha allora prodotto un testo (e non è affatto detto che la Consulta lo risparmi) che doveva penalizzare sinistra e M5S e invece ha messo in difficoltà proprio il Pd.
GRANDE RIFORMA. La legislatura è stata quella dei mega-disegni costituzionali: persino al netto dei contenuti, la “riforma Boschi” era – come hanno ammesso molti suoi sostenitori – pasticciata, confusa, tecnicamente sciatta. Venti milioni di italiani hanno risolto il problema il 4 dicembre 2016.
RIFORMA PA. Era tra le più s ba n d ie r a te . Poi a novembre 2016 la Consulta ha detto che violava la Carta: il governo aveva deciso di intervenire sull’organizzazione di Regioni ed enti locali senza trovare con loro una “intesa”. Tre decreti attuativi sono stati riscritti, e il più importante (la riforma della dirigenza) è morto lì. A novembre scorso la Consulta ha bocciato pure quello sulle camere di commercio. Rischia anche la “riforma” (lo scioglimento nei Carabinieri) della Forestale.
BUONA SCUOLA. Qui il Pd ha inanellato una serie notevole di errori: l’alternanza scuola lavoro ha permesso casi di
Scritte con i piedi Dalle norme bocciate dalla Consulta ai continui correttivi su leggi mal fatte