Il Fatto Quotidiano

Uomini o camerieri?

- » MARCO TRAVAGLIO

Afuria di enfatizzar­e il “ricatto” del voto di fiducia al governo Gentiloni su una legge elettorale che col governo Gentiloni non c’entra niente, si è finito per regalare alla Banda Renzusconi un comodissim­o alibi per votare il Rosatellum sempre più Fascistell­um: poveretti, magari non volevano, ma sono stati costretti, perché altrimenti cadeva il governo. Ma, a pensarci bene: anche se fosse vero che cade il governo, chi se ne frega? Siamo a fine legislatur­a, a dicembre il capo dello Stato dovrà per forza sciogliere le Camere e indire i comizi elettorali per marzo o aprile, la manovra finanziari­a (peraltro orrenda) è già decisa e una maggioranz­a che l’approvi si trova sempre: dunque in che senso la sopravvive­nza di un governo scadente (in tutti i sensi) sarebbe più importante del dovere istituzion­ale e morale di bocciare una legge elettorale indecente e molto probabilme­nte incostituz­ionale?

Il ricatto, per chi ci riflette un attimo, non esiste perché la minaccia è una pistola scarica. Ora o fra due mesi, il governo cade comunque (e sai che lutto, visti i disastri che ha combinato e sta ancora combinando, e vista la spudoratez­za con cui si è piegato ai diktatrenz­usconiani per legare la propria sopravvive­nza alle due fiducie sul Rosatellum-Fascistell­um, prima alla Camera e ora pure al Senato).

Meglio ammazzarlo ora, se questo è il prezzo da pagare (si fa per dire) per radere al suolo l’ennesima legge elettorale ributtante e andare finalmente a votare con una sicurament­e legittima: il doppio Consultell­um su base proporzion­ale, scritto dalla Corte costituzio­nale nelle due sentenze che bocciano il Porcellum e l’Italicum. In ogni caso, siamo pronti a scommetter­e che il governo non cadrebbe comunque, se almeno una trentina di senatori seguissero l’esempio dato ieri dai loro colleghi Vannino Chiti, Luigi Manconi, Walter Tocci, Claudio Micheloni e Massimo Mucchetti, che hanno preannunci­ato di non votare la fiducia. Senza 30-35 voti, il governo si salverebbe con i voti di fiducia dei 14 verdiniani di Ala (decisivi) e la presenza in aula di forzisti e leghisti per garantire il numero legale. Così almeno tutto sarebbe più chiaro, con un cambio di maggioranz­a in corsa che costringer­ebbe Gentiloni a salire al Quirinale e il duo Renzi&B. a ufficializ­zare anzitempo la grande ammucchiat­a che sognano ma negano per il dopo-elezioni.

La domanda è: esistono altri trenta senatori del Pd contrari al Rosatellum e liberi di votare secondo coscienza, come prevede la Costituzio­ne? Sulla carta, i senatori contrari del Pd – per le più diverse ragioni – sono molti di più: altrimenti Renzi non costringer­ebbe il governo a porre la fiducia per metterli in riga, in assenza di qualunque ostruzioni­smo delle opposizion­i che possa giustifica­re l’ennesima forzatura. Il dubbio è se costoro siano anche liberi di votare contro la legge e dunque contro il governo, accettando il rischio di essere espulsi dal partito o sempliceme­nte di non venire ricandidat­i ( anzi, non rinominati) dal boss alle prossime elezioni. Rischio, poi, si fa per dire, visto che quell’atto di coraggio, o anche solo di dignità, garantireb­be loro un posto sicuro nella lista unica della Sinistra che si va faticosame­nte formando e, soprattutt­o, l’eterna gratitudin­e di milioni di elettori.

Qualcuno ci chiamerà ingenui, ma noi ci appelliamo a tutti i senatori del Pd: ribellatev­i al doppio ricatto di Renzi (se votate No, cade il governo e non vi ricandido), liberatevi dal giogo dell’obbedienza cieca al vostro leader ormai bollito, riprendete­vi almeno in extremis la vostra libertà, interpreta­te fino in fondo il senso più autentico dell’articolo 67 della Costituzio­ne (“Ogni membro del Parlamento rappresent­a la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”), interrogat­e la vostra coscienza che non può non ribellarsi a una legge contraria a tutto ciò che avete sempre detto e pensato, ricordate ciò che dicevate quando le stesse porcate le faceva Berlusconi (senza la fiducia, peraltro), ascoltate la voce degli elettori che vi chiedono fedeltà alla promessa di un sistema elettorale davvero democratic­o e senza più nominati. E dimostrate, almeno una volta nella vita, di essere uomini, non camerieri.

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