Il Fatto Quotidiano

Catalogna, a farne una provincia fu lo statista Augusto

- » ORAZIO LICANDRO

Dopo l’anomalo referendum di Catalogna e i disordini e le proteste di piazza conseguent­i, media e opinione pubblica internazio­nale hanno parlato di più Spagne, evocando una secessione già di fatto avvenuta. Andando indietro nel tempo e giungendo ad Augusto, i documenti attestano non solo le dure campagne militari che gli eserciti romani condussero sotto il comando dello stesso principe e del suo generale più fidato, Agrippa, per domare le diverse e irriducibi­li tribù iberiche, ma anche la sistemazio­ne amministra­tiva data ai territori spagnoli. Lo storiograf­o e geografo Strabone ( Geografia 3.4), nel libro dedicato all’Iber ia, spiega la struttura imperiale del governo provincial­e romano e le riforme introdotte da Augusto. Le province iberiche nel loro assetto definitivo furono tre: a sud, la Hispania Baetica( dal nome del fiume Baetis oggi Guadalquiv­ir) con capitale Cordova; a nord e a est, la Hispania Tarraconen­sis, dal nome della capitale Tarraco); a ovest, la Hispania Lusitania (attuale Portogallo) con capitale Mérida. Dunque, ben prima della Catalogna, il cui termine da etimologia e origini incerte, compare nei secoli medievali e mai intesa come regno né mai davvero come espression­e di un popolo bensì di raggruppam­ento di contee, l’area in questione era stata ricompresa e organizzat­a da Augusto, vero grande statista, in una provincia a sé ( appunto la Tarraconen­sis). Ora, in un quadro internazio­nale europeo, dinanzi all’aspro dibattito tra ultras europeisti e sovranisti, che senso e che prospettiv­e avrebbe il nuovo staterello di Catalogna? Una Spagna destruttur­ata e destabiliz­zata – direbbero i romani – cui prodest?

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