Il Fatto Quotidiano

L’insostenib­ile pesantezza dei parcheggi degli ospedali

Non basta il fardello di aver bisogno di cure o di dover assistere un parente malato: lasciate ogni speranza o voi che andate in macchina

- » ELISABETTA AMBROSI

Al parcheggio dell’o spe da le Papa Giovanni XXIII di Bergamo ci vuole un morto per poter parcheggia­re gratis. Solo il defunto, infatti, dà diritto a due tessere parcheggio, ma unicamente negli orari della morgue, non sia mai che vogliate approfitta­rne per andare, magari, a fare un saluto a un parente in coma. In quel caso nessuna pietà, la tariffa è di 1.30 euro all’ora per le prime sei ore, poi via via a scalare. E attenzione a non perdere il tagliandin­o, in quel caso dovrete sborsare 20 euro, molto più di quanto paghereste per una giornata intera. D’altronde sostare vicino ai nosocomi d’Italia costa molto caro quasi ovunque, a Milano come a Roma, a Bologna come a Palermo. Col paradosso che, ormai, conviene lasciare la macchina sulle strisce blu fuori dall’ospedale – circa 4 euro al giorno – oppure sulla sterrata controllat­a a vista dal parcheggia­tore abusivo (3 euro al giorno), piuttosto che metterla nei costosi parcheggi interni, ma appaltati ad esterni.

Sborsare 10, 20 o più euro al giorno quando si va, ad esempio, a fare una dialisi – dove difficilme­nte arriverete in sella ad una bici – o assistere un figlio con una patologia cronica, è un vero e proprio super ticket aggiuntivo. Messo però nel totale silenzio generale. Gli ospedali lo sanno, tanto che quando si chiamano gli URP per avere informazio­ni rispondono di non avere idea dei costi dei propri parcheggi (!), e rimpallano tra la direzione sanitaria e l’amministra­zione. Quando invece rispondono con i dati, è tutto un sottolinea­re – ad esempio il Policlinic­o Gemelli di Roma, 3 euro l’ora, ma anche l’ospedale pediatrico più famoso d’Italia, il Bambin Gesù di Roma, 2,20 l’ora, 36,10 euro per 24 ore – che la gestione del parcheggio è esterna, che i disabili non pagano, che sono allo studio misure per particolar­i patologie, etc etc. A volte, quando consiglier­i illuminati avanzano mozioni per cambiare le cose, si arriva ad accordi tra i parcheggi e i comuni o Regioni, ma i risultati sono miseri, al massimo la prima ora gratis, come ad esempio in Toscana.

INSOMMA la realtà resta la stessa: quella di un paese in cui i centri commercial­i, dove si va per scelta, hanno multipiani gratuiti e gli ospedali, dove si va per necessità, fanno pagare quanto e come vogliono, perché non ci sono tetti e il Ministero della Salute se ne lava le mani. Così è tutto un fiorire di norme bizzarre, come appunto la tassa sul tagliandin­o smarrito, che al Sant’Andrea di Roma costa 10 euro (“Per punizione”, spiega un addetto dell’URP. Che precisa: “Comunque costiamo meno der Gemelli”). O i 5 minuti gratis del Sant’Andrea della Spezia o San Bartolomeo di Sarzana, giusto il tempo di lanciare il parente fuori dalla macchina. D’altronde i parcheggi fruttano soldi veri, come quei 6milioni l’anno per il civico di Palermo a copertura completa. Qualcuno si affanna a spiegare che i soldi dei parcheggi vengono reinvestit­i nella sanità, magari per comprare quella tac speciale dal costo inarrivabi­le. Ma è come sostenere che è giusto tassare chi entra in Comune a fare una pratica per avere i soldi per rifare le buche. Sempliceme­nte, non si dovrebbe fare. E infatti c’è chi non lo fa, come l’ospedale di Arezzo o quello di Sassuolo. “La struttura dispone di un ampio parcheggio gratuito, con oltre 700 posti all’aperto e al coperto”, recita il sito. E le parole, sì, sono quelle giuste.

Giovanni XXIII A Bergamo ci vuole un morto per poter lasciare gratis l’auto, ma solo negli orari della morgue

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tà Il parcheggio a pagamento dell’ospedale civile di Brescia
LaPresse Nessuna pie tà Il parcheggio a pagamento dell’ospedale civile di Brescia

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