Le sette vite di Tabacci, il ventriloquo di Giuliano
Eterno Nato con la Dc, ringiovanito con Facebook e finito con Pisacane Il compagno Bruno sussurra all’ex sindaco di mollare Bersani per Renzi
Quando il diciottenne Bruno Tabacci infilò nel portafogli la sua prima tessera della Democrazia Cristiana correva l’anno 1964. Cinquantatré stagioni più tardi, il compagno Bruno orienta i fragilissimi equilibri del dibattito pubblico della sinistra italiana. Rilascia interviste, dispensa retroscena, impartisce virgolettati: a Tabacci appartiene almeno una delle multiple personalità politiche di Giuliano Pisapia. La più moderata.
Imbarazzanti Con lui alla Camera ci sono Caruso e Rossi, quelli della parentopoli raccontata dalle Iene
TRA I DUE l’amicizia è antica. Bruno è stato assessore al bilancio nella giunta dell’ex sindaco, nel biennio 2011-2012. Da allora siede alla sua destra: con il piccolo Centro Democratico ha aderito al Campo Progressista pisapiano. Partecipa a tutte le riunioni, indica la linea e spinge Pisapia verso il Pd di Renzi. Il compagno Bruno detesta – più o meno cordialmente – gli amici bersaniani di Mdp. Li ritiene destinati al 3%, all’irrilevanza, alla sconfitta. Ma Tabacci sa anche stare al mondo, e soprattutto sa stare in Parlamento. Era convinto di avere i numeri per essere eletto presidente della commissione di vigilanza sulle banche. Per sfidare Casini e arrivare al ballottaggio aveva chiesto i voti un po’ a tutti, compresi gli amici di Mdp. Pensava di averne una dozzina, abbastanza per arrivare al ballottaggio. Ne ha presi tre. Tutti di Mdp.
IL COMPAGNOBruno ha più di sette vite politiche. Dal 1970 al 1985 è consigliere comunale per la Dc in diversi comuni del mantovano. Dal 1985 al 1991 è consigliere regionale in Lombardia, nel biennio ‘87-’89 ne è addirittura presidente. Poi inizia la carriera parlamentare: nel 1992 viene eletto per la prima di cinque (5) legislature consecutive a Montecitorio. L’ultima è quella in corso. Passa indenne per un paio di pro
cessuoliin epoca Tangentopo- li e nella galassia post democristiana cambia partiti con disinvoltura: Dc, Udc, Rosa Bianca (con Mario Baccini), Alleanza per l’Italia ( con Francesco Rutelli), Centro democratico, di cui è fondatore.
La seconda giovinezza comincia nel 2012: fa da sparring
partner alle primarie del Pd, quelle vinte da Bersani su Renzi. Un gruppo di giovani nerd alla scoperta delle potenzialità virali di Facebook si innamora di lui: nasce la pagina “Marxisti per Tabacci”, decine di migliaia di iscritti e una valanga di meme oggettivamente strepitosi sul compagno Br1 col colbacco. Tabacci non vince le primarie (arriva quinto su cinque, con l’1,4%) ma clamorosamente vince le elezioni: lo 0,49% del suo Centro democratico è decisivo per il primo posto del centrosinistra alla Camera e fa scattare il premio di maggioranza del Porcellum.
A Bruno e ai tabacciani spettano 6 seggi. Non sono abbastanza per formare un gruppo parlamentare autonomo, ma nel 2014 si unisce a una pat- tuglia di ex montiani guidata da Lorenzo Dellai: nasce “Democrazia Solidale-Centro Democratico”. L’ultima squadra di Tabacci è appena balzata alle cronache grazie alle Ieneea una storiaccia di cui sono protagonisti l’onorevole Mario Caruso e l’ex sottosegretario Domenico Rossi. Caruso avrebbe sfruttato per un anno e mezzo la sua assistente parlamentare senza pagarle nemmeno un euro di stipendio (ma con avances di altra natura). A libro paga dell’onorevole (e senza lavorare) c’era invece il figlio di Rossi, compagno di stanza e di partito. Rossi si è dimesso dalla poltrona al ministero della Difesa, per Caruso è arrivato il diktat dei colleghi del gruppo: regolarizza la ragazza e licenzia il figlio di.
NEL MINI PARTITO di Tabacci invece spicca la figura del vecchio democristiano Angelo Sanza, detto Sanza Pancha, ex Dc collettore di legislature in Parlamento (10), poltrone da sottosegretario (nei governi Andreotti, Cossiga, Forlani, Spadolini, Fanfani, Goria e De Mita) e inchieste giudiziarie (dalle quali è sempre uscito illibato). Poi c’è il mitico Michele Pisacane, numero uno di Centro democratico in Campania, ex mastelliano, poi “res po ns a bi le ” b e rl us c on ia no , tabacciano e infine pisapiano. Una condanna per peculato, un’intervista pirotecnica a La
Zanzara (“I deputati vivono da cani con 4.400 euro al mese”) e valanghe di preferenze messe insieme, a ogni santa elezione, nella sua Agerola (Napoli). Con questa squadra Tabacci influenza Pisapia. Con questo Tabacci, Pisapia influenza la sinistra.