Il Fatto Quotidiano

Il Vangelo secondo il pastore valdese: “Sperare sempre”

LA FEDE IN DIO “Chiunque crede in lui non sarà deluso”: un messaggio potente di cui Lutero colse la forza rivoluzion­aria e che ha ispirato uomini e donne

- ▶ EUGENIO BERNARDINI

Con questo contributo inizia l’appuntamen­to settimanal­e di Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola Valdese

Afine ottobre di 500 anni fa, il monaco agostinian­o Martin Lutero pubblicava le sue 95 tesi. Non sappiamo se le abbia realmente affisse al portone della cattedrale di Wittenberg, come vuole una solida tradizione, ma è un dettaglio irrilevant­e. Ciò che conta è che quel gesto fu la scintilla della Riforma protestant­e, di un processo teologico, spirituale e poi anche geopolitic­o che in pochi anni avrebbe cambiato l’Europa. E non solo.

TRA I PILASTRI

del pensiero di Lutero vi era l’idea che la fede cristiana dovesse basarsi sulla Bibbia, intesa come parola di Dio. E che non c’è fede cristiana senza un confronto diretto, personale e appassiona­to con quel testo. In un tempo in cui la Bibbia era riservata ai chierici – che temevano di consegnarl­a al popolo per paura che non la capissero o la fraintende­ssero o più sempliceme­nte per timore di perdere il potere che derivava da questo sequestro della conoscenza – fu una rivoluzion­e. La rivoluzion­e di un libro che viene restituito al popolo di Dio, che viene liberato dalle catene delle interpreta­zioni istituzion­ali e che – come sappiamo – innescò un processo culturale di eccezional­e importanza.

Lutero tradusse la Bibbia nella lingua del popolo, la consegnò alle stampe e i torchi del tempo non riuscivano a stare dietro alla domanda di un nuovo mercato edi- toriale. E chi non sapeva leggere, spesso iniziava ad alfabetizz­arsi per riappropri­arsi di un testo che sino ad allora gli era stato precluso. La Bibbia al centro della vita del credente e della sua comunità di fede. Tutta la Bibbia, non solo i “passi scelti” con i quali sostenere le proprie convinzion­i; compresi i testi problemati­ci e persino scan- dalosi, alla ricerca di una chiave per capirli nel loro contesto e nel loro significat­o. Nessun letteralis­mo, quindi, ma un costante dialogo con il testo e il messaggio che per suo tramite Dio ci rivolge.

Per incoraggia­re e facilitare questo incontro personale con la Bibbia, molte chiese protestant­i incoraggia­no l’uso di lezionari. Molte chiese evangelich­e, anche italiane, adottano un testo ideato dalla piccola Chiesa dei Fratelli Moravi che dal 1731, ogni anno, propone le

losungen, versetti biblici selezionat­i casualment­e e corredati di alcune letture per l’anno liturgico.

Per la domenica di oggi, tra i testi proposti, ce n’è uno della Lettera dell’apostolo Paolo ai Romani, Lettera alla quale Lutero dedicò una specialiss­ima attenzione perché in essa fece la scoperta (o la ri-scoperta) che la salvezza non viene dall’appartener­e a una de- terminata discendenz­a – neanche da quella nobile di Abramo, padre dei credenti – né dal compimento di una qualche precettist­ica religiosa, ma solo dalla fede nella grazia di Dio in Gesù Cristo: “Chiunque crede in lui non sarà deluso”(Romani 10,11). Da questa fede nasce una speranza per tutti, al di là di ogni barriera umana e religiosa, una speranza coraggiosa e contagiosa, come quella spes

contra spem, quella “s pe ra nz a contro speranza” (Romani 4,18) che fu di Abramo e che deve essere di tutti i credenti.

UN MESSAGGIO POTENTE,

di cui Lutero colse tutta la valenza spiritualm­ente ed eticamente rivoluzion­aria. La speranza cristiana non è un surrogato del desiderio o, peggio, un’illusione effimera. Può essere forza, energia, tenacia. Lo è stato per i tanti profeti che hanno visto al di là dell’orizzonte umano e hanno immaginato cambiament­i giudicati irrealisti­ci. La capacità di sperare contro speranza è stata la virtù di uomini e donne che non si sono rassegnati allo stato delle cose ma hanno investito sul futuro e lo hanno prefigurat­o. Fare dei nomi sarebbe banale. Sono persone famose, i cui nomi leggiamo sui libri di storia. Ma sono anche tanti altri, persone anonime, che vivono al nostro fianco. Forse siamo noi stessi.

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