Era il “modello Riace”. È indagato per truffa
“Queste
sono le chiavi di casa, girate quanto volete”. Ha risposto così Domenico Lucano, il sindaco di Riace, ai finanzieri che si sono presentati a casa sua per la perquisizione disposta dalla Procura di Locri.
È FINITO sotto inchiesta Mimmo il curdo, l’uomo che ha trasformato il paesino della Locride in un modello di accoglienza per i migranti. È accusato di abuso d’ufficio, concussione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. L’indagine è collegata a una relazione prefettizia sulla gestione amministrativa dei progetti di accoglienza. Ecco perché le Fiamme gialle si sono presentate anche al Comune e nelle sedi di alcune associazioni che si occupano di migranti. Il pm ha chiesto di sequestrare “tutta la docu- mentazione amministrativa, contabile e bancaria inerente i progetti di accoglienza degli stranieri a cui partecipano le associazioni in convenzione con il Comune di Riace con il particolare riferimento alle rendicontazioni e alle fatture giustificative delle spese sostenute dal 2014”.
Il provvedimento è stato notificato anche a Fernando Antonio Capone, presidente dell’associazione “Città Futura – don Pino Puglisi”.
“Sono amareggiato per quello che sta succedendo. C’era stata una relazione della prefettura che è falsa e alla quale ho presentato delle controdeduzioni alle quali nessuno ha mai risposto”. Mimmo il curdonon le manda a dire. È sicuro di essere vittima “di un qualcosa più di grande di me”.
Sostiene infatti che sul banco degli imputati non ci sia solo lui, il sindaco che l’an- no scorso è stato inserito dalla rivista Fortune al quarantesimo posto tra le personalità più influenti nel mondo. Non ci sia solo Mimmo Lucano sul quale Rai Fiction ha anche annunciato la realizzazione di una serie televisiva in cui Beppe Fiorello interpreterà il suo ruolo: “Sulla graticola in questo momento c’è tutto il mondo dell’acco- glienza e della solidarietà, forse colpevole di non percepire i movimenti di pancia di un Paese che guarda al migrante come a un nemico. Un Paese che vota tra meno di un anno e che sorride quando un sindaco come me si dichiara sfiduciato e indignato con lo Stato dopo che il ministero dell’Interno aveva sospeso l’erogazione dei fondi per l’accoglienza destinati al mio Comune”.
UN RAGIONAMENTO che Mimmo il curdo, difeso dall’avvocato Antonio Mazzone, condivide ma che non vuole usare come alibi: “Io sono disponibile a tutto. Non ho nulla da temere. Anzi vorrei che le indagini non finissero mai e che le facessero il più approfonditamente possibile”.
“Mi contestano – spiega il sindaco – i rapporti con le associazioni che svolgono atti- vità e che sviluppano progetti integrativi: un frantoio, laboratori di artigianato, le case per il turismo dell’accoglienza. Sono attività collaterali all’integrazione. Se un progetto si limita soltanto ai servizi minimi da garantire ai migranti, allora Riace assomiglierebbe a un albergo e ciò non farebbe altro che impoverire il territorio”.
“Questo – aggiunge – è il punto di forza del nostro modello, non è un’occultazione di fondi. In questi anni non ho mai fatto favoritismi per nessuno. Pensa che anche la mia famiglia è andata via da Riace. Mi possono anche ammazzare, non troveranno nemmeno un’ombra. Non ho nulla da nascondere. Ho un conto corrente di 700 euro, non ho proprietà, non ho cose nelle banche. Non mi sottraggo a nessuna indagine”.
Sulla graticola c’è tutto il mondo della accoglienza perché si vota e non è la pancia del Paese
DOMENICO LUCANO