Trucco italo-brasiliano, Battisti incastrato
Se la difesa non riuscirà a bloccare in extremis la sua estradizione, Cesare Battisti tornerà nei prossimi giorni in Italia. Dopo 35 anni di latitanza in Italia, l’ex leader dei Proletari armati (Pac) è finito nel carcere di Mato Grosso, a Corumbà con l’accusa di traffico di valuta e riciclaggio. Mercoledì aveva cercato palesemente di fuggire dal Brasile, cercando d’attraversare la frontiera con la Bolivia in taxi, assieme a due amici brasiliani. La polizia federale ha sequestrato ai tre circa venticinquemila reais in valuta estera, non dichiarata alle autorità doganali. I brasiliani sono stati liberati, ma Battisti no. Secondo il giornale O Globo, c’è pronto un piano per rinviare l’ex terrorista in patria, dove è stato condannato in contumacia all’ergastolo per quattro omicidi commessi negli Anni di Piombo.
Il disegno del governo conservatore è di togliersi un problema ormai scomodo a tutti in Brasile, soprattutto al presidente Michel Temer, il quale ha accolto di buon grado la richiesta del governo Gentiloni di rivedere la decisione, presa nel 2010, dall’ ex presidente Inacio Lula da Silva (aveva concesso all’ex leader dei Pac di rimanere con un visto permanente). Il governo brasiliano si opporrà all’estradizione solo nel caso in cui Roma non vorrà commutare la condanna di Battisti a una pena non superiore ai 30 anni. L’ex leader dei Pac ha 62 anni; secondo il quotidiano brasiliano, il governo italiano ha già accettato la richiesta brasi- liana. Nella ricostruzione di O Globo, Battisti partirà direttamente da Corumbá con un jet della polizia federale che lo condurrà a Roma. La permanenza dell’ex terrorista in prigione è però fondamentale per impedire che il piano Temer non svanisca nel nulla, poiché se il Supremo tribunale federale brasiliano - la corte alla quale la difesa di Battisti ha fatto ricorso - si opporrà all’estradizione, l’ex leader dei Pac potrebbe restare in Brasile, e a quel punto, ritentare di scappare verso altri lidi.
LA DECISIONE è nelle mani del giudice federale Luiz Fux, nominato dall’ex presidente Dilma Rousseff, che sostituì Lula nel 2011. Fux dovrà analizzare le gravi accuse che la difesa, secondo O Globo, fa alla polizia federale. I legali di Battisti sostengono che la polizia avrebbe alterato il rapporto “con il solo scopo di mantenere il soggetto in custodia”, generare un dibattito sulla vicenda e provocare un dibattito favorevole all’espulsione dell’ex terrorista.
La difesa contesta il reato di traffico di valuta e riciclaggio, ma anche la presenza di una busta di plastica, con i resti di una sostanza in pol vere bianca. “Dalle stesse deposizioni dei poliziotti, questa busta è stato sequestrata in un veicolo dove il nostro cliente non era salito”. fatto è che per giustificare la custodia cautelare in carcere dell’ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac), il magistrato ha citato i “gravissimi precedenti” di Battisti, riferendosi in particolare alla condanna all’ergastolo in Italia per quattro omicidi commessi e i “robusti indizi” a carico dell’italiano: la “consistente quantità” di valuta straniera e i “diversi bagagli” con cui si stava dirigendo oltre confine.
Fatti che, secondo il giudice, fanno presupporre che Battisti stesse cercando di “evadere dal territorio nazionale, temendo effettivamente di essere estradato”.
Com’è avvenuto in Francia, l’avvento della destra in Brasile è stato un duro colpo per Battisti, il quale probabilmente è caduto nella trappola tesa dallo stesso governo Temer. Brasilia contava su un passo falso dell’ex terrorista, l’ennesima fuga da usare per abbattere i cavilli giudiziari che impedivano la sua estradizione in Italia.
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