A Barcellona la paura non fermerà la musica
Una delle frasi che vengono ripetute come un mantra, all’indomani di tragedie come quella di Manchester, è “dobbiamo continuare a vivere”. Lo si è detto anche dopo l’eccidio del Bataclan, continuiamo a dircelo ossessivamente oggi, dovendo fare i conti con il fatto che persino il concerto di una giovane cantante idolo dei teenager è diventato, nella perversa mentalità del terrorismo stragista, un “obiettivo sensibile”. Ma appunto, si deve continuare a vivere. Continuare ad andare ai concerti e ai festival.
QUESTA SETTIMANA inizia a Barcellona il Primavera Sound, uno degli appuntamenti pop più celebrati e affollati in Europa, e anche se come ogni anno sarà una festa (i dati finali dell’edizione 2016 parlavano di più di 200 mila presenze complessive), inevitabilmente l’eco del massacro alla Manchester Arena sarà presente nella mente di chi si accalcherà sotto i palchi.
Gli organizzatori non se la sono sentita di rilasciare dichiarazioni al riguardo. Chi ha frequentato il Primavera Sound in questi anni sa che il clima è generalmente molto rilassato, i controlli all’e ntrata dell’area del Forum – dove si svolgerà la maggior parte dei concerti – rigorosi, la security presente anche se apparentemente invisibile (che è forse il modo migliore per gestire la vigilanza in occasioni come questa). D’altra parte, i timori sono esattamente gli stessi che valgono per qualunque evento capace di coinvolgere per una settimana un’intera città.
Primavera Sound e Barcellona sono diventati quasi sinonimi, nonostante da qualche anno esista anche la filiazione lusitana di Oporto. Il festival non ha mai smesso di crescere, in questi diciassette anni.
I numeri lo testimoniano: sempre più pubblico, sempre più concerti (quest’anno si alterneranno più di 250 artisti, che andranno così ad aggiungersi agli oltre 3mila show che il Primavera Sound ha in curriculum dalla prima edizione), sempre più eventi collegati (dagli incontri nei panel per operatori del settore ai concerti, più o meno annunciati, sparsi per le piazze, i parchi, quest’anno anche le case della disco come Grace Jones, da un’autorità della musica elettronica come Aphex Twin a un’icona della cultura brasiliana come l’ottantenne Elza Soares. E poi decine e decine di altri nomi tra indie-rock e hip hop, sperimentazione e pop, metal e punk.