Il Fatto Quotidiano

A Barcellona la paura non fermerà la musica

- » CARLO BORDONE

Una delle frasi che vengono ripetute come un mantra, all’indomani di tragedie come quella di Manchester, è “dobbiamo continuare a vivere”. Lo si è detto anche dopo l’eccidio del Bataclan, continuiam­o a dircelo ossessivam­ente oggi, dovendo fare i conti con il fatto che persino il concerto di una giovane cantante idolo dei teenager è diventato, nella perversa mentalità del terrorismo stragista, un “obiettivo sensibile”. Ma appunto, si deve continuare a vivere. Continuare ad andare ai concerti e ai festival.

QUESTA SETTIMANA inizia a Barcellona il Primavera Sound, uno degli appuntamen­ti pop più celebrati e affollati in Europa, e anche se come ogni anno sarà una festa (i dati finali dell’edizione 2016 parlavano di più di 200 mila presenze complessiv­e), inevitabil­mente l’eco del massacro alla Manchester Arena sarà presente nella mente di chi si accalcherà sotto i palchi.

Gli organizzat­ori non se la sono sentita di rilasciare dichiarazi­oni al riguardo. Chi ha frequentat­o il Primavera Sound in questi anni sa che il clima è generalmen­te molto rilassato, i controlli all’e ntrata dell’area del Forum – dove si svolgerà la maggior parte dei concerti – rigorosi, la security presente anche se apparentem­ente invisibile (che è forse il modo migliore per gestire la vigilanza in occasioni come questa). D’altra parte, i timori sono esattament­e gli stessi che valgono per qualunque evento capace di coinvolger­e per una settimana un’intera città.

Primavera Sound e Barcellona sono diventati quasi sinonimi, nonostante da qualche anno esista anche la filiazione lusitana di Oporto. Il festival non ha mai smesso di crescere, in questi diciassett­e anni.

I numeri lo testimonia­no: sempre più pubblico, sempre più concerti (quest’anno si alterneran­no più di 250 artisti, che andranno così ad aggiungers­i agli oltre 3mila show che il Primavera Sound ha in curriculum dalla prima edizione), sempre più eventi collegati (dagli incontri nei panel per operatori del settore ai concerti, più o meno annunciati, sparsi per le piazze, i parchi, quest’anno anche le case della disco come Grace Jones, da un’autorità della musica elettronic­a come Aphex Twin a un’icona della cultura brasiliana come l’ottantenne Elza Soares. E poi decine e decine di altri nomi tra indie-rock e hip hop, sperimenta­zione e pop, metal e punk.

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