BRIVIDO ANCESTRALE
Le scimmie di Jigokudani ricorrono ai bagni termali per sfuggire al gelo
Siamo nei pressi di Yudanka, sull’isola di Honshu, a nord della prefettura di Nagano. È un viaggio ancestrale, silenzioso e romantico, quello che ci aspetta tra le nevi delle Alpi giapponesi, in un luogo senza tocchi di modernità, fatto di sentieri tortuosi, ryokan di legno (tradizionali locande giapponesi) e ampie vasche termali naturali, chiamate onsen, la cui sorgente curativa fu scoperta oltre mille anni fa da un monaco buddista. Oggi queste vasche, a 850 metri di altezza, offrono ristoro a un gruppo di 160 scimmie macachi giapponesi, che durante l’inverno, quando la zona è coperta di neve, scendono dalle montagne per rifugiarsi nelle pozze. La temperatura esterna arriva anche a -15 ma qui l’acqua termale scalda fino a 35 gradi. Il relax è grande per i primati in ammollo, estasiati dai vapori caldi e dalle proprietà curative delle acque. Spesso si addormentano durante il bagno. Il loro paradiso si chiama Valle dell’inferno (in giapponese Jigokudani) per via dei vapori solfurei che sprigionano le sorgenti. Il parco che li tutela, anche attraverso un codice comportamentale che impone ai visitatori di non disturbarli e nutrirli, è nato nel 1964 quando i contadini del luogo, stanchi delle continue razzie alle coltivazioni, cominciarono a sterminarli. Si decise così di offrirgli delle mele, lontano dalle case. La storia narra che una giovane scimmia, cui era caduta una mela nelle acque bollenti, scivolò e impavida continuò a nuotare, da lì trascinò l’intera comunità. Nel 2018 un team di ricercatori dell’università di Kyoto ha svolto il primo studio su questi macachi e ha scientificamente provato che i bagni termali sono fondamentali per la loro sopravvivenza perché abbassano il livello di stress e aumentano la fertilità delle femmine.