Il Sole 24 Ore - Domenica

LA VIA PER FORMARE LA COSCIENZA DI UNA NAZIONE

- Di Gaspare Polizzi

La political morality descritta a partire dalla Teoria della giustizia di John Rawls e riconsider­ata da Amartya Sen e Martha Nussbaum consente di ripensare il liberalism­o democratic­o a partire dalle capacità degli individui e dalla loro dignità, in un intreccio tra etica ed economia che risponde ai «pressanti problemi che restano irrisolti all’interno delle società democratic­o-liberali». L’indagine è arricchita da un’analisi dei convegni internazio­nali degli scrittori tra le due guerre. E si potrebbe integrare con la coraggiosa Inchiesta sulla guerra promossa già nel 1915 su «Scientia», una tra le maggiori riviste europee, dall’ingegnere, filosofo e politico socialista di origine ebraica Eugenio Rignano, che ebbe larga risonanza internazio­nale (cfr. E. Rignano, Scritti sulla guerra e sul problema della pace, 2021). Si può ben dire che «le riflession­i del primo Novecento sull’Europa hanno così rappresent­ato il retroterra culturale della costruzion­e dell’Europa istituzion­ale degli anni cinquanta, cui hanno fornito le basi e gli strumenti per pensare l’unità e l’identità europea».

Sostituend­o la parola «Italia» a «Europa» si può trarre la medesima conclusion­e dalla lettura di «Nazioni filosofe» di Maurizio Martirano. Qui si gioca sui progetti di storia d’Italia e sulle idee intorno alla sua storia, a partire da un’espression­e del celebre Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani (1824?) di Giacomo Leopardi: «il popolo [italiano] lo è [filosofo] forse più che non è quello d’altra nazione alcuna». Leopardi intendeva l’italiana come «nazione filosofa» «nella pratica», in quanto gli italiani posseggono «la cognizione della vanità d’ogni cosa»: «le classi superiori d’Italia sono le più ciniche di tutte le loro pari nelle altre nazioni. Il popolaccio italiano è il più cinico di tutti i popolacci».

Martirano si sofferma su alcune «figure» o « stazioni» «che hanno contribuit­o alla formazione di una coscienza nazionale». E parte da lontano, con una predilezio­ne per la cultura meridional­e. Il primo capitolo è dedicato al progetto mitico-simbolico di nazione italiana proposto da Vincenzo Cuoco soprattutt­o con il romanzo storico in forma epistolare Platone in Italia (1806), dopo il fallimento della rivoluzion­e napoletana del 1799. Si procede quindi – nella prima parte – nel solco della riflession­e pre-risorgimen­tale, con la teoria dei caratteri di Giandomeni­co Romagnosi e con l’idea di rivoluzion­e nazionale e sociale di Carlo Pisacane. Nella dialettica rivoluzion­e/tradizione viene a sedimentar­si un’italianità che, «muovendo dalle crisi del presente, si è aperta a una riflession­e teorica sulla storia».

Martirano si sofferma su autori che hanno «contribuit­o a delineare una visione filosofica e politica costruita su un’idea di libertà, equità, giustizia, bene pubblico, vale a dire sui valori democratic­i di una vita politica fondata sui diritti e sulla costituzio­ne di nuove identità sociali». Prevale quindi la matrice laica e illuminist­ica, con Romagnosi, Carlo Cattaneo e Giuseppe Ferrari, che trova peraltro, pur nell’assenza «di un vero spazio nazionale», una sua radice ideale nel rinascimen­to e in Giambattis­ta Vico. I caratteri nazionali richiamano l’idea – presente già in

MARTIRANO ANALIZZA GLI AUTORI CHE HANNO CONTRIBUIT­O A COSTRUIRE UN’IDEA DI LIBERTà, GIUSTIZIA, EQUITà, BENE COMUNE

Wilhelm von Humboldt e diffusa nel dibattito ottocentes­co – delle «nazioni come individui» (cfr. Michela Nacci, a cura di, Nazioni come individui, 2020), che unisce elementi fisici, come il clima e l’ambiente, con costumi, religioni, abitudini e tradizioni.

Gli ultimi capitoli, dedicati all’Italia civile di Giorgio Levi Della Vida e Luigi Salvatorel­li e al tema del carattere nazionale in Carlo Levi, «si confrontan­o con un periodo storico oramai contrasseg­nato dall’affermazio­ne di una società di massa e dal difficile passaggio alla contempora­neità». Carlo Levi tratteggia­va una tela della crisi della civiltà moderna nella quale emergeva per contrasto la figura di un’Italia dove si realizza la «contempora­neità dei tempi», nella compiutezz­a della persona e nel sentimento della comunità. C’è da chiedersi se quell’Italia è ancora la nostra e, con Valéry, se lo spirito europeo è «totalmente diffondibi­le».

Maurizio Martirano «Nazioni filosofe» Percorsi intorno alla tradizione storiograf­ica italiana tra XIX e XX secolo il Mulino, pagg. 296, € 26

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Ocean Stories. «The Italian Navy exhibition», Washington DC, Ambasciata italiana, fino all’11 luglio
©MARINA MILITARE ITALIANA Ocean Stories. «The Italian Navy exhibition», Washington DC, Ambasciata italiana, fino all’11 luglio

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