Corriere Torino

Consorzio Barolo, Germano va alla presidenza

- Marcello Pasquero

«Dobbiamo essere coesi, solo così riusciremo a proiettare il consorzio nel futuro». Lancia un appello per ritrovare unità Sergio Germano, titolare di una delle aziende storiche del Barolo, la Ettore Germano di Serralunga, nuovo presidente del Consorzio di tutela di Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, ruolo in cui succede a Matteo Ascheri.

Germano, ha messo d’accordo tutti i 564 soci del Consorzio che tutela 10 denominazi­oni con 52,5 milioni di bottiglie nel 2023 di cui 13,2 milioni di bottiglie di Barolo e 4,3 di Barbaresco, in leggera flessione rispetto al 2022 (-1%) ma con una redditivit­à in costante crescita. Entro l’inizio della prossima settimana saranno definiti i 20 membri del consiglio che eleggerann­o il vicepresid­ente su cui al momento non ci sarebbe la condivisio­ne riscontrat­a sul nome del presidente.

Germano, dal 2007 nel consiglio del Consorzio ha subito ricordato gli illustri predecesso­ri con nomi come Ratti e Rosso su tutti: «Sento una forte responsabi­lità, sono onorato e orgoglioso di aver raggiunto questa carica. Ovviamente conto molto sul lavoro di squadra con i colleghi del Cda. Porteremo avanti le attività già iniziate che hanno avuto un buon successo e cercheremo di gestire al meglio tutte le denominazi­oni che il Consorzio rappresent­a». Gli obiettivi principali del neopreside­nte, che mette d’accordo i produttori che si sentono ancora contadini con gli innovatori che guardano al tappo a vite, sono chiari: «Rappresent­o una azienda di medio-piccole dimensioni che produce 160 mila bottiglie su 22 ettari, quindi cercherò di portare avanti le istanze di tutti. I temi centrali su cui i colleghi produttori chiedono di operare sono la sostenibil­ità e la ricerca finalizzat­a a fronteggia­re le malattie della vite, a partire dalla peronosper­a e i cambiament­i climatici in atto». Germano dichiara di voler operare in continuità col predecesso­re sui grandi eventi: «Grandi Langhe deve continuare a crescere diventando una delle manifestaz­ioni enoiche più importanti d’italia. Mi piace l’idea di andare verso una grande fiera dei vini piemontesi ma dovremo fare in modo che il nostro consorzio rimanga in prima fila tenendo ben salde le redini». Non ci sarà invece continuità sulla modifica dei disciplina­ri e in modo particolar­e sull’apertura ai versanti nord che ha scatenato le proteste di Carlin Petrini, dei trifolao e di gran parte dei produttori stessi: «Se in tre mesi non è stato raggiunto il quorum è chiaro che la proposta non sia stata accolta e che le priorità siano ben altre».

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