Desiati: «Vi racconto l’amore e la libertà tra spatriati»
Raminghi, incerti, irregolari: nel romanzo ne svela vizi e virtù
Sono i raminghi, gli incerti, gli irregolari, gli inclassificabili, a volte balordi, gli orfani, oppure celibi, nubili, girovaghi e vagabondi. Sono gli irrisolti, i dispersi, i sparpagliati, o forse, nel caso che ci riguarda, i liberati. Vuole dire tutto questo la parola Spatriati, il termine dialettale scelto come titolo del nuovo libro di Mario Desiati, appena uscito per Einaudi e che sarà presentato questa sera alle 18 al Circolo dei Lettori dallo stesso autore in un incontro con la scrittrice Claudia Durastanti dal titolo «La generazione degli expat, il desiderio e la sperimentazione sessuale».
Desiati, che secondo Roberto Saviano, è capace di raccontare la generazione dei quarantenni come nessuno in Italia, ha scritto un libro sulle relazioni, su un ragazzo e una ragazza che si incontrano, si perdono di vista senza mai perdersi davvero, sulla provincia che ci opprime e da cui si fugge con la speranza che sia per sempre, ma è anche al libro su due giovani che guardano al futuro pieni di paure e possibilità, ma anche di futuro e determinazione. «Non esiste una parola per raccontare la relazione tra Claudia e Francesco. Il loro legame è più sottile e sofisticato dell’innamoramento, forse la parola che più lo rappresenta è, appunto, spatriato», racconta lo scrittore pugliese che oggi compie 43 anni. Non c’è niente di convenzionale, di borghese, di già detto nel modo in cui i due protagonisti sono capaci di stare insieme quando si ritrovano, e si ritrovano sempre. «L’unica convenzione sono loro e il loro rapporto non convenzionale. Così come l’unica patria in cui si riconoscono è il legame che li unisce». È una storia d’amore moderna, da terzo millennio, non segue il supposto ordine che dovrebbero seguire gli eventi: primo bacio, convivenza, matrimonio, casa, figli; tra Francesco e Claudia non esistono leggi né imposizioni, soltanto il piacere di essere se stessi fino in fondo, un atteggiamento che si concedono dopo aver conosciuto la libertà e aver deciso di seguirla ad ogni costo. «Lo diceva anche Epicuro, amore e amicizia possono coincidere, e l’amicizia è un sentimento davvero nobile, un esercizio spirituale». Passano gli anni, l’uomo e la donna cambiano, il legame che li unisce anche, a volte hanno l’impressione di essersi perduti irrimediabilmente, non accade mai. Francesco ama Claudia, Claudia preferisce prima di tutto amare se stessa. «Il filo che ci teneva uniti si assottigliò, Claudia spariva per mesi, facendosi viva ogni tanto con mail torrenziali che stampavo e rileggevo per giorni. Nelle sue mail setacciavo ogni frase alla ricerca dell’ora che mi avrebbe reso felice. Nei post scriptum accennava a un riferimento alle relazioni del momento, come se fosse una nota a margine della sua vita. Mi illudevo che facesse così perché in qualche modo l’amore che contava era il nostro». Non è solo un romanzo d’amore Spatriati, Desiati racconta le famiglie, dove non esistono segreti ma soltanto terribili non detti, la religione e il nostro imprinting cattolico che precede, anche inconsciamente ogni nostra azione. «Per Francesco la lettura dei
Vangeli è una chiave per emanciparsi, per accogliere i messaggi liberatori di cui è portatore. Inoltre, nelle feste religiose, Francesco si sente libero di cantare a squarciagola, di ballare. Anche questo è un cristianesimo spatriato, in cui c’è una forte spiritualità ma anche elementi estetici quasi eccitanti». E racconta il desiderio.
«La grande scoperta che fanno Claudio e Francesca è che il desiderio è personale e non deve essere condizionato. Spesso siamo influenzati dagli altri, dalle loro aspettative che rendono le nostre vite ansiose, loro due no, si adeguano a ciò che possono desiderare e cercando di essere il più possibile conformi a sé stessi». Spatriati e contenti, dovremmo tutti imparare da loro.
I valori L’unica convenzione sono loro e il loro rapporto non convenzionale. Così come l’unica patria è il legame che li unisce
I desideri La grande scoperta che fanno Claudio e Francesca è che il desiderio è personale e non deve essere condizionato