Corriere Torino

Desiati: «Vi racconto l’amore e la libertà tra spatriati»

Raminghi, incerti, irregolari: nel romanzo ne svela vizi e virtù

- Giorgia Mecca

Sono i raminghi, gli incerti, gli irregolari, gli inclassifi­cabili, a volte balordi, gli orfani, oppure celibi, nubili, girovaghi e vagabondi. Sono gli irrisolti, i dispersi, i sparpaglia­ti, o forse, nel caso che ci riguarda, i liberati. Vuole dire tutto questo la parola Spatriati, il termine dialettale scelto come titolo del nuovo libro di Mario Desiati, appena uscito per Einaudi e che sarà presentato questa sera alle 18 al Circolo dei Lettori dallo stesso autore in un incontro con la scrittrice Claudia Durastanti dal titolo «La generazion­e degli expat, il desiderio e la sperimenta­zione sessuale».

Desiati, che secondo Roberto Saviano, è capace di raccontare la generazion­e dei quarantenn­i come nessuno in Italia, ha scritto un libro sulle relazioni, su un ragazzo e una ragazza che si incontrano, si perdono di vista senza mai perdersi davvero, sulla provincia che ci opprime e da cui si fugge con la speranza che sia per sempre, ma è anche al libro su due giovani che guardano al futuro pieni di paure e possibilit­à, ma anche di futuro e determinaz­ione. «Non esiste una parola per raccontare la relazione tra Claudia e Francesco. Il loro legame è più sottile e sofisticat­o dell’innamorame­nto, forse la parola che più lo rappresent­a è, appunto, spatriato», racconta lo scrittore pugliese che oggi compie 43 anni. Non c’è niente di convenzion­ale, di borghese, di già detto nel modo in cui i due protagonis­ti sono capaci di stare insieme quando si ritrovano, e si ritrovano sempre. «L’unica convenzion­e sono loro e il loro rapporto non convenzion­ale. Così come l’unica patria in cui si riconoscon­o è il legame che li unisce». È una storia d’amore moderna, da terzo millennio, non segue il supposto ordine che dovrebbero seguire gli eventi: primo bacio, convivenza, matrimonio, casa, figli; tra Francesco e Claudia non esistono leggi né imposizion­i, soltanto il piacere di essere se stessi fino in fondo, un atteggiame­nto che si concedono dopo aver conosciuto la libertà e aver deciso di seguirla ad ogni costo. «Lo diceva anche Epicuro, amore e amicizia possono coincidere, e l’amicizia è un sentimento davvero nobile, un esercizio spirituale». Passano gli anni, l’uomo e la donna cambiano, il legame che li unisce anche, a volte hanno l’impression­e di essersi perduti irrimediab­ilmente, non accade mai. Francesco ama Claudia, Claudia preferisce prima di tutto amare se stessa. «Il filo che ci teneva uniti si assottigli­ò, Claudia spariva per mesi, facendosi viva ogni tanto con mail torrenzial­i che stampavo e rileggevo per giorni. Nelle sue mail setacciavo ogni frase alla ricerca dell’ora che mi avrebbe reso felice. Nei post scriptum accennava a un riferiment­o alle relazioni del momento, come se fosse una nota a margine della sua vita. Mi illudevo che facesse così perché in qualche modo l’amore che contava era il nostro». Non è solo un romanzo d’amore Spatriati, Desiati racconta le famiglie, dove non esistono segreti ma soltanto terribili non detti, la religione e il nostro imprinting cattolico che precede, anche inconsciam­ente ogni nostra azione. «Per Francesco la lettura dei

Vangeli è una chiave per emancipars­i, per accogliere i messaggi liberatori di cui è portatore. Inoltre, nelle feste religiose, Francesco si sente libero di cantare a squarciago­la, di ballare. Anche questo è un cristianes­imo spatriato, in cui c’è una forte spirituali­tà ma anche elementi estetici quasi eccitanti». E racconta il desiderio.

«La grande scoperta che fanno Claudio e Francesca è che il desiderio è personale e non deve essere condiziona­to. Spesso siamo influenzat­i dagli altri, dalle loro aspettativ­e che rendono le nostre vite ansiose, loro due no, si adeguano a ciò che possono desiderare e cercando di essere il più possibile conformi a sé stessi». Spatriati e contenti, dovremmo tutti imparare da loro.

I valori L’unica convenzion­e sono loro e il loro rapporto non convenzion­ale. Così come l’unica patria è il legame che li unisce

I desideri La grande scoperta che fanno Claudio e Francesca è che il desiderio è personale e non deve essere condiziona­to

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Mario Desiati, 43 anni, scrittore e giornalist­a pugliese, ora in libreria con «Spatriati», per Einaudi
Chi è Mario Desiati, 43 anni, scrittore e giornalist­a pugliese, ora in libreria con «Spatriati», per Einaudi

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