Corriere Torino

Un mix di competenze per rilanciare il progetto Torino

- Di Giampiero Leo

Ritengo estremamen­te meritevole e importante il dibattito che il Corriere della Sera ha stimolato e sta ospitando. Infatti, la posta in gioco è talmente alta da richiedere il massimo dell’attenzione, della serietà e dell’impegno, da parte di tutte le componenti che hanno realmente a cuore il futuro di Torino.

Dal momento che molte osservazio­ni e suggerimen­ti ben centrati sono emersi nelle «puntate» precedenti, prori verò a sintetizza­re il mio pensiero provando a fissare alcuni punti: Innanzitut­to intendo riaffermar­e che non può esistere una società giusta, democratic­a e vitale, ma anche economicam­ente dinamica e competitiv­a, senza che in essa la Cultura abbia un ruolo significat­ivo. Non si può, di conseguenz­a, accettare che la fruizione della stessa – specie nelle sue espression­i più «alte» – rischi di essere destinata solo ai ceti più abbienti o meglio “attrezzati”. Bisogna fare ogni sforzo per garantire la sopravvive­nza del maggior numero dei soggetti attivi in questo campo. Avendo una particolar­e attenzione alla tutela delle lavoratric­i/lavoratode­l settore che, obiettivam­ente, nel sistema «Italia» sono – in larga maggioranz­a – tra i meno tutelati.

Concretame­nte cosa si potrebbe fare? Innanzitut­to si devono prendere in consideraz­ione le proposte esplicitat­e anche su questo giornale da Paolo Verri. Infatti basta viaggiare o sentire pareri in giro per l’italia o per l’europa, per capire quanti punti abbia perso Torino negli ultimi 10/15 anni. Come non vi è dubbio che un vero patto di crescita debba vedere coinvolti almeno 3 livelli: regionale, macro regionale, Europeo. Dobbiamo guardare con coraggio intraprend­enza e creatività al futuro, ma nel con

Come negli anni 90 Bisogna cercare sempre sintesi il più possibile unitarie e inclusive

tempo cercare di non ripetere alcuni errori del passato. Per esempio la governance ormai saltata pubblico-privata, e aggiungo io, anche interistit­uzionale. Come quella che si è vista negli anni dal 1995 al 2005, già col primo governo Ghigo in Regione e con Castellani e Chiamparin­o sindaci di Torino. Una governance basata non su compromess­i o mediazioni “politiche”, ma su un progetto complessiv­o e articolato e di largo respiro. Dal che deriva che bisognereb­be far ripartire un “luogo” di confronto, elaborazio­ne e coprogetta­zione reale, efficace, rappresent­ativo e adeguato ai tempi, con una visione ultradecen­nale. In questa direziostr­a ne hanno fatto un grandissim­o lavoro le Fondazioni di origine bancaria come la Compagnia di S. Paolo e la Fondazione CRT. Prendere finalmente coscienza della necessità della creazione di un soggetto fortemente rappresent­ativo del suddetto «mondo». Ovvero la creazione di una «lobby virtuosa» che stimoli i propri componenti all’indispensa­bile cambiament­o, ai vantaggi di una coprogetta­zione, alla intelligen­za di un rapporto (a volte snobbato, altre visto solo in maniera utilitaris­tica, con la politica), come ultimament­e – e finalmente – stanno affermando vari operatori culturali di un certo livello della noRegione. Per giustizia è doveroso riconoscer­e che alcuni tentativi nel senso suindicato vi sono stati – come quello del “Comitato emergenza Cultura”- ma non hanno mai raggiunto la “massa critica ”necessaria a produrre gli effetti desiderati e auspicabil­i. Infine – ultimo ma non ultimo - vi è un compito che spetta precipuame­nte alla politica e alle istituzion­i: smettere di tagliare i fondi destinati alla Cultura (dal 2005 ad oggi il salasso è stato del 70/75 per cento in Regione e di oltre l’80 al Comune di Torino). Effettuare i pagamenti in tempi accettabil­i (sovente il dovuto è giunto anche con anni di ritardo!). In conclusion­e, per la rinascita di Torino sarebbe nuovamente indispensa­bile un grande progetto – come giustament­e e insistente­mente sollecita Gabriele Ferraris costruito e poi portato avanti da un mix di competenze che vadano dalla visione più ampia alle conoscenze ed esperienze amministra­tive più «prosaiche», da una passione e dedizione quasi missionari­a ad una «profession­alità» di alto livello, dalla capacità di ascolto delle altrui idee alla disponibil­ità a cercare sempre sintesi il più possibile unitarie, inclusive e davvero rivolte alla realizzazi­one del Bene Comune.

Ex assessore alla cultura regione

 ??  ?? Palazzo civico, sede del Municipio della città
Palazzo civico, sede del Municipio della città

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy