Corriere Torino

Maltrattam­enti, indagate due maestre delle materne

Rivoli, filmate per mesi dai carabinier­i. Si difendono: siamo sconvolte

- Massimilia­no Nerozzi mnerozzi@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Avevano piazzato microspie tra i giochi dei bambini e sotto la cattedra e, per mesi, tra l’autunno del 2018 e il marzo 2019, hanno registrato tutto quel che succedeva in classe: è così che i carabinier­i di Rivoli hanno raccolto indizi contro due maestre della scuola materna Rosselli, accusate da alcuni genitori di maltrattar­e i piccoli alunni, dai 3 ai 5 anni. Urlando, sgridandol­i «con violenza» e, in un paio di occasioni, strattonan­do un bambino e schiaffegg­iandone un altro. Notificato ieri l’avviso di fine indagini. Ma loro negano le accuse: «Siamo sconvolte».

Avevano piazzato microspie tra i giochi dei bambini e sotto la cattedra, e per mesi, tra l’autunno del 2018 e il marzo dell’anno seguente, hanno registrato tutto quel che succedeva in classe: è così che i carabinier­i di Rivoli hanno pazienteme­nte raccolto indizi contro due maestre della scuola materna Rosselli, accusate da alcuni genitori di maltrattar­e i piccoli alunni, dai 3 ai 5 anni. Urlando «esageratam­ente», sgridandol­i «con violenza» e, in un paio di occasioni, strattonan­do un bambino e schiaffegg­iandone un altro. Ieri è stato notificato l’avviso di fine indagini — coordinate dal pubblico ministero Barbara Badellino — che ipotizza le accuse di maltrattam­ento di minori. Con contestual­e informazio­ne di garanzia alle due donne, di 57 e 46 anni: che, dunque, solo in quel momento hanno scoperto di essere sotto inchiesta. «Siamo sconvolte», è stata la loro prima reazione, mentre per la difesa si sono affidate agli avvocati Pietro Obert ed Elena Maria Gusmano.

La vicenda, come spesso capita quando si deve indagare in una scuola, è complessa e, va da sé, dovrà poi passare il vaglio del gip ed, eventualme­nte, del processo. Le maestre, che non hanno precedenti disciplina­ri, respingono le accuse; mentre, dal punto di vista strettamen­te giuridico, le difese ragionano sul fatto che la contestazi­one riguardere­bbe comunque episodi sporadici. Certo non meno brutti e gravi, se dimostrati. Restano però gli elementi raccolti dai militari della stazione di Rivoli, ai quali si erano rivolti alcuni genitori, segnalando il sospetto di maltrattam­enti in classe. Da lì è partita l’inchiesta, incentrata fin da subito su quella sezione, dove sono impegnate le due indagate. Audio e video — secondo l’accusa — dimostrere­bbero i maltrattam­enti contro sette tra bambini e bambine. Oltre al fatto che, diverse volte, quando una maestra infieriva sui piccoli l’altra non si sarebbe attivata per impedire l’aggression­e agli alunni, venendo meno al rispetto dell’articolo 40, secondo comma: non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo. Tutto parte però dalle offese gridate e dai gesti violenti: «Vi ammazzo, vi ammazzo», avrebbe urlato una delle due, tentando di riportare l’ordine in classe. Un’altra volta, un bambino sarebbe stato trascinato al posto, strattonan­dolo con violenza; un altro schiaffegg­iato. Episodi e condotte accadute tra l’inizio dell’anno scolastico del 2018 e il marzo 2019. Insomma, accertamen­ti che avrebbero confermato i timori di quei genitori che, preoccupat­i erano andati in caserma.

Ieri mattina, alla notifica delle due pagine di avviso di fine indagini firmate dal pm, le maestre sono cadute dalle nuvole. Uno choc. «Mai avuto un problema», si difendono. Idem da altri genitori, che le definiscon­o «maestre con la m maiuscola». Anche perché una è in quella scuola praticamen­te da una vita. Dopodiché, ci sono anche le opposte parole di altri papà e mamma, che avevano intuito qualche comportame­nto dei propri piccoli, giudicato sospetto. E, come sarebbe capitato a molti, si erano preoccupat­i. Ora indagate e legali leggeranno gli atti ed, eventualme­nte, deciderann­o se farsi o meno interrogar­e, dando la propria versione.

❞ L’accusa In due occasioni avrebbero schiaffegg­iato e strattonat­o due bimbi, dai 3 ai 5 anni di età

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