Il Politecnico cerca nuove aule «Abbiamo bisogno di spazio»
La Fase 3 non sarà solo online. Si cercano grandi spazi
L’uomo della ripartenza della Fase 2 interpella Comune e Regione per poter riaprire in sicurezza. «Abbiamo confermato le lezioni a distanza anche per il prossimo anno accademico — spiega Guido Saracco, il rettore del Politecnico —. Ma non vuol dire che rinunceremo alla didattica in presenza. Quindi abbiamo bisogno di nuovi spazi abbastanza grandi».
L’artefice della Fase 2 interpella Comune e Regione per poter riaprire in sicurezza. «Per gli studenti stranieri non sarà facile venire in Italia. Questo è il motivo per cui abbiamo confermato le lezioni a distanza anche per il prossimo anno accademico — spiega Guido Saracco, il rettore del Politecnico —. Ma non rinunceremo alla didattica in presenza. Quindi abbiamo bisogno di nuovi spazi abbastanza grandi per permettere lo svolgimento delle attività garantendo le distanze di sicurezza».
L’ateneo di corso Duca degli Abruzzi, dopo aver aiutato mezzo Paese a pensare a come ripartire, è alla ricerca di caserme, capannoni industriali e altri edifici di grandi dimensioni per aumentare la quota di lezioni dal vivo da offrire nel 2020-21. Per il Politecnico è impossibile rinunciare del tutto ai corsi via webcam. Per un’università con il 15 per cento degli iscritti stranieri e un 45 per cento di fuorisede, pensare di riavere tutti gli studenti in aula è fantascienza. Per questo motivo, al netto di una possibile seconda ondata dei contagi, l’ateneo aveva comunicato, primo in Italia, la volontà di continuare con le lezioni online per almeno il primo semestre. Una scelta prudente, per altro confermata anche da università di fama internazionali come quella di Cambridge, che rischia di trasformarsi in un boomerang. Assicurare un’organizzazione ibrida, con l’ingresso in ateneo del 25 per cento di studenti per volta, può non bastare per evitare un rischio: l’emorragia di iscrizioni.
Accantonate le preoccupazioni legate al mancato arrivo degli stranieri — per loro sarà decisiva la riapertura dei confini aerei —, Saracco deve fare i conti con la possibile concorrenza delle altre università. A Roma, La Sapienza sembra intenzionata a organizzare le lezioni in aula per tutte le matricole.
«Il Politecnico ha investito tutte le risorse necessarie per assicurare la didattica da remoto — prosegue Saracco —. Ma abbiamo bisogno di edifici da popolare pro tempore». Il rettore punta a spazi vuoti o sottoutilizzati. Complessi riscaldati di grandi dimensioni dove poter piazzare i banchi distanziati per quelle attività (come laboratori o esercitazioni) che non si possono svolgere online. «Penso a spazi come quelli delle caserme o a dei capannoni industriali». La caccia ai metri quadri di nuove aule è iniziata. E il rettore chiede la collaborazione del Comune e della Regione. Lasciando sullo sfondo una verità. Se arriveranno meno studenti a Torino, la città rischia di essere più povera non solo in termini di entusiasmo. Ma, soprattutto, dal punto di vista economico. Con ripercussioni pesanti sul mercato immobiliare e quello della ristorazione.
❞ Per gli studenti stranieri non sarà facile venire in Italia Ma non rinunceremo alla didattica in presenza Abbiamo bisogno di nuovi spazi grandi
Guido Saracco