Corriere Torino

Toro, l’ora dei progetti

Mazzarri è saldo, il club studia le mosse di gennaio per riaccender­si nel 2020

- Di Nicola Balice

Una settimana di pausa è quello che serve. La beffarda sconfitta interna con la Spal è arrivata appena prima della sosta, tutto il Toro avrà quindi sette giorni per staccare la spina e pensare, per assimilare ulteriorme­nte una lezione da imparare a memoria e capire come non commettere più gli stessi errori.

Una settimana di riposo è ciò che serve, per staccare la spina e smaltire le scorie psico-fisiche di una prima parte di stagione infinita e complicata, iniziata prima del previsto per affrontare il cammino estivo in Europa League e poi vissuta da tanti giocatori rincorrend­o la giusta condizione nonostante qualche infortunio di troppo.

Nel 2020 ci sarà un Toro diverso, nello spirito sicurament­e, poi qualcosa cambierà: il mercato di gennaio porterà qualche novità in organico, è possibile ipotizzare quattro-cinque partenze e magari un paio di volti nuovi a completare la rosa. Che Walter Mazzarri, mai stato in discussion­e, avrà il compito di far rendere al massimo. Perché il tempo per ripetere la cavalcata della passata stagione, in fondo c’è ancora: la classifica è corta, anche per questo il tecnico granata a caldo rimpiangev­a la foga di voler vincere a ogni costo pure in dieci uomini contro la Spal, ogni punto pesa parecchio e ora i granata ne hanno solo due in meno dello scorso campionato.

Dopo una settimana di pausa, il Toro ripartirà per capire cosa correggere, ma avrà anche la lucidità necessaria per capire che non tutto è da buttare. Se contro il Verona c’erano stati settanta minuti da applausi prima di una sbandata inspiegabi­le, con la Spal pure in dieci contro undici si è vista una squadra coraggiosa, forse troppo.

E tra le (poche) cose da salvare c’è anche il ritorno di capitan Andrea Belotti. Il Gallo non ha trovato il gol contro la Spal, ma ha provato a trascinare la squadra con il consueto ardore per novanta minuti più recupero, dimostrand­o di aver definitiva­mente smaltito l’infortunio. E al termine della partita ci ha messo la faccia con i tifosi, andando con qualche compagno sotto la Maratona (lasciata vuota al centro per la protesta degli ultras contro la Digos per l’operazione «Last Spring»), poi da solo sotto la Primavera e infine raccoglien­do gli applausi delle tribune. Il 2019 è stato il suo anno, il 2020 dovrà esserlo anche di più. Ma ora, una settimana di pausa è quello che serve.

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