Corriere Torino

Luciana era l’infermiera delle valli Nelle case dei malati portava il sorriso

- Di Floriana Rullo

Luciana era l’infermiera che ogni malato vorrebbe incontrare nel momento del bisogno. Sempre sorridente, sempre positiva. Sempre aperta al prossimo. Una donna solare e allegra che aveva scelto il mestiere di infermiera come fosse una vocazione. Per quasi tutta la vita aveva lavorato a domicilio dei malati. «Con dolcezza e tatto entrava nelle case delle persone in punta di piedi, senza mai disturbare — raccontano i colleghi —. E riusciva a conquistar­e il cuore di ogni paziente». Per tutta la vita ha viaggiato tra le vallate del Canavese e della Valchiusel­la offrendo i suoi servizi e il suo sorriso ai malati. Luciana Fontana, è morta a 57 anni, colpita da una malattia terribile e fatale, che l’ha portata via in poco tempo. Viveva a Rueglio, in Canavese, ed era infermiera profession­ale dell’ospedale di Ivrea. Originaria di Vico, da ragazza aveva studiato per diventare maestra perché i bambini le avevano conquistat­o il cuore. Ma lungo il percorso di studi aveva deciso di cambiare. Aveva scelto di dedicarsi agli altri in maniera più diretta. Si era così iscritta al corso per infermieri profession­ali, frequentan­do la laurea in Infermieri­stica del Polo universita­rio Officina H di Ivrea. «Luciana era conosciuta in tutto il Torinese — continuano i colleghi —. Era premurosa con i malati. Conquistav­a il cuore di tutti anche solo con una parola. Aveva una frase buona per ognuno. Tirava su le persone scoraggiat­e per la malattia che stavano vivendo». Ha lavorato anche in ospedale a Ivrea, nei reparti di otorino, oculistica e negli ambulatori di prericover­o. Era infine stata assegnata a Strambino, alla Medicina generale. Donna umile e riservata non permetteva mai alla sua vita privata di prendere il sopravvent­o sul lavoro. Soprattutt­o quando si trovava nelle case dei suoi pazienti. «Perché il mio compito è ascoltare gli altri. In silenzio. E aiutarli. Magari consolando­li. Non raccontarg­li dei miei problemi. Hanno già i loro» diceva sempre. Sposata con Valerio aveva due figli: Erik, cardiochir­urgo e Andrea, ingegnere aeronautic­o.

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