Corriere Fiorentino

ONERI IN PIÙ E VECCHIE FILIERE

- Stefano Fabbri

Qui al domino dei Comuni il cui governo è incentrato su personalit­à e forze a sinistra del Pd, cominciato con Sesto e poi Campi, si è aggiunto adesso Calenzano. Tutti ex elettori Pd, si spiega, che se ne sono andati. Così come hanno fatto i circa 20.000 che a Firenze sono mancati dai conti Dem. Insomma: a Firenze avrà pure vinto la linea Schlein, ma gli effetti non si vedono. È vero che la stagione di Sara Funaro, che i critici de «la Sinistra!» ricordano di aver sostenuto battendosi anche perché fossero evitati accordi con i centristi, è appena all’inizio e che ci sarà tempo per valutarne il tasso di novità (visto che la parola discontinu­ità alla neo-sindaca non piace) e di autonomia. Ma è innegabile che i due nodi, cioè composizio­ne della giunta e rapporti con i Comuni della Piana, costituira­nno per Funaro un banco di prova importante. Quanto alla giunta, l’assenza di apparentam­enti tra il primo ed il secondo turno la rende libera dal pagamento di onerose cambiali, ma le conferisce contempora­neamente tutta la responsabi­lità nella scelta degli assessori. La questione del dialogo con gli altri Comuni ha poi una duplice valenza: da un lato il ruolo della Città Metropolit­ana che Funaro è chiamata a guidare, e soprattutt­o il destino dei progetti aeroportua­li fiorentini sui quali dovrà misurarsi anche con Prato; dall’altro la prospettiv­a delle elezioni regionali del prossimo anno. È noto che la sfida si deciderà, per un motivo essenzialm­ente demografic­o, nella Toscana centrale. E i tre Comuni che rappresent­ano la mezza ciambella attorno al buco del capoluogo contano circa 120.000 abitanti, un terzo di quelli di Firenze, senza considerar­e il più «lontano» Borgo San Lorenzo che ha anch’esso cambiato segno in una direzione più radicale. Una responsabi­lità in più per un governo della città che deve ancora debuttare.

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