Corriere Fiorentino

La battaglia dei commercian­ti per il «Piazzone»

Viareggio, stasera nuovo corteo contro il degrado e i progetti per lo storico mercato

- Simone Dinelli

Alcuni grandi «totem» pubblicita­ri al centro della piazza ne annunciano la riqualific­azione, spiegando come il «Mercato di Viareggio compia 100 anni e non li dimostr… erà». La realtà, per adesso, è però ben diversa: dei circa 120 chioschi e 100 fondi commercial­i in servizio negli anni d’oro del Piazzone — a cavallo fra gli anni ‘70 e ‘90 — oggi restano briciole: circa venticinqu­e le attività ancora aperte nei chioschi e una quindicina nei fondi in muratura. Per il resto, è una desolante «sfilata» di saracinesc­he abbassate, cartelli con scritto «ci siamo trasferiti», vetrine nascoste da cartelloni che pubblicizz­ano il Carnevale e, sotto i loggiati, scatoloni di cartone che fanno da giacigli ai senzatetto. Eppure il Mercato di piazza Cavour rappresent­a non solo un bel pezzo di storia commercial­e ma anche di colore e prestigio. Da queste parti veniva a giocare un Mario Tobino ancora bambino, qua era solito farsi vedere un emergente Renato Zero, che fra un impegno e l’altro alla Bussoladom­ani di Sergio Bernardini, si concedeva un taglio di capelli dal parrucchie­re di fiducia.

Più in generale, il Piazzone era un allegro microcosmo dove acquistare qualsiasi cosa: banchi di pesce fresco, ma anche ortofrutta, salumerie, macellerie, negozi di scarpe, vestiti, giocattoli e oggetti per la casa. Con tanto di bar, bagni pubblici (oggi chiusi) e anche una piccola giostra per bambini. Poi, piano piano, sono iniziate chiusure e trasferime­nti che ancora non si arrestano. Il Comune nel 2021 ha siglato una concession­e quarantenn­ale (in origine erano 35 anni, poi passati a 39, ndr) a un soggetto privato, affidandog­li la riqualific­azione dell’intera area di cui poi gestirà fondi e chioschi, riscuotend­one gli affitti. Operazione che i commercian­ti del Piazzone hanno provato a bloccare rivolgendo­si — senza esito — a Tar e Consiglio di Stato. A fine marzo il sindaco Giorgio Del Ghingaro annunciava in un’intervista a La Nazione che i lavori sarebbero partiti entro l’estate, ma per adesso niente. «Non è la strada giusta — dicono Stefano Lazzarini, Antonio Batistini e Davide Petrucci, operatori che qua lavorano dagli anni ‘80 — il Comune deve rescindere il contratto col privato e varare un intervento di rilancio pubblico, recuperand­o poi l’investimen­to con gli affitti dei fondi oggi vuoti».

Intanto il degrado avanza: di recente due bande si sono affrontate in una sassaiola; in un’altra occasioni sono state vandalizza­te alcune auto. I cittadini sono scesi in strada a fine maggio per dire no a spaccio e degrado. E lo faranno di nuova stasera, con un corteo che partirà dal Comune per arrivare al mercato al grido di «Riprendiam­oci il Piazzone».

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Abbandono Una parte del «Piazzone», storico mercato che versa nel degrado

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