In calo l’export dei distretti toscani, i poli tecnologici riequilibrano i conti
Arranca la Toscana dei distretti che nel 2023 hanno esportato il 3,5% in meno rispetto al 2022 (in valori), mentre sommando il dato dei poli tecnologici il dato vira in positivo e si porta al più 4,4% (meglio della media italiana). A fornire il quadro di fine anno è stata ieri Intesa Sanpaolo. I distretti «tradizionali» e i poli tecnologici insieme rappresentano il 55% delle esportazioni regionali: il maggior contributo nel 2023 è arrivato dalla farmaceutica che ha fatto un balzo del 38,8% (principale mercato di sbocco gli Usa) e dal biomedicale (più 23%) mentre a zavorrare l’andamento generale sono stati la moda che ha perso il 5,9% — la pelletteria fiorentina è arretrata del 12,5% e l’abbigliamento di Empoli del 9% — e il cartario che ha perso quasi il 12% e più del 17% nei macchinari. Bene anche la nautica di Viareggio (più 19,8%) e la camperistica (più 35%). Il bilancio di fine anno è comunque positivo: l’avanzo commerciale è salito di quasi il 24%, sfiorando i 18 miliardi, le vendite con l’estero hanno raggiunto i 58 miliardi. «Abbiamo un contesto di incertezza geopolitica che potrebbe indurre a rallentare l’attività di investimento» da parte delle aziende, ha detto Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria di Intesa, invece c’è bisogno di investimenti. Il vicepresidente di Confindustria Toscana Alessandro Sordi ha invece invitato i candidati alle prossime elezioni a parlare d’economia: per attrarre le imprese c’è bisogno di «scelte infrastrutturali e anche politiche».