Corriere Fiorentino

L’hotel cambia nome e filosofia «L’ospitalità sarà al centro»

- L.A.

Solo 20 camere e un grande spazio all’aperto, 100 metri quadrati, affacciato su piazza Santa Maria Novella nel cuore di Firenze. Oggi il J.K. Place Firenze il boutique hotel aperto nel 2003 e di proprietà dell’imprendito­re italiano Carlo Babini è chiuso come tanti alberghi della città privati di turismo, ma il 21 marzo con il nuovo nome The Place Firenze è pronto a riaprire. Rinnovato non solo negli spazi comuni ma anche nella sua offerta ripensata per un mondo del turismo post pandemia. «È giunto il momento di intraprend­ere una nuova avventura — ci racconta Claudio Meli, dal 2008 direttore generale dell’albergo — Nel tempo e nel suo percorso, l’ospitalità è diventata un’industria. Adesso la scommessa è tornare a mettere al centro l’ospitalità. Questa struttura con sole 20 camere è un po’ come una bottega artigianal­e che lavora e pensa per realizzare qualcosa di altamente personaliz­zato. C’è bisogno anche nel nostro settore di tornare a mettere al centro l’ospite. Firenze ha poi la prerogativ­a di essere un posto che concilia la visita culturale a quella di un territorio ricco. Abbiamo tanti luoghi all’aperto desiderabi­li che sono certo, quando si ricomincer­à a viaggiare, verranno premiati perché daranno più fiducia. Nel nostro piccolo poi l’albergo con i suoi 100 metri quadrati esterni, il più grande dehor fiorentino su una piazza monumental­e come Santa Maria

Novella potrà essere una destinazio­ne di ospitalità rinnovata in un quartiere che è in fermento e ricco di nuovi progetti». La prossima estate a due passi dalla piazza, tra via Palazzuolo e via San Paolino, è attesa infatti per una clientela internazio­nale più giovane, l’apertura del 25Hours hotel; in via dei Fossi Grevi artigiano dei cappelli di paglia ha spostato dall’autunno scorso il suo negozio showroom con tanto di piccolo archivio, il Museo Novecento non ha mai smesso di proporre un’offerta alternativ­a e sempre durante l’anno dovrebbe inaugurare il museo del trenino.

«Vorremmo che l’albergo venisse considerat­o un’elegante “casa lontana da casa”. Una dimora completa di ristorante, bar e salone culturale aperto tanto ai viaggiator­i consapevol­i quanto ai fiorentini che in questi mesi hanno riscoperto il nostro quartiere. Insomma un “portale” di accesso ad un mondo segreto che è la Firenze dietro le quinte degli artigiani e degli artisti, ma anche di chi è legato al mondo del cibo e ai talenti creativi con cui pochi turisti hanno il privilegio di potersi connettere veramente».

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Post-pandemia Piazza Santa Maria Novella nel disegno dell’hotel fiorentino

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